Enna. In 72 i licenziati della Multiservizi

Enna Multiservizi 7apr2014Enna. Da lunedì scorso sono partite le raccomandate con il licenziamento dei 72 operai della società Multiservizi, che sino a qualche anno fa operavano, per conto della Provincia, come società partecipata, nella salvaguardia dell’ambiente ed anche nella pulizia degli edifici di competenza dell’Ente Locale. Scomparse le Province, la società Multiservizi, che è sorta nel 1980, è stata dichiarata non idonea a proseguire il suo lavoro, soprattutto per mancanza di finanziamenti. Il commissario liquidato, avv. Totò Marchì ha inviato le lettere di licenziamento e nel contempo ha comunicato all’Ufficio provinciale del lavoro il licenziamento dei 72 operai e la messa in mobilità degli stessi, mobilità che sarà attiva per due anni, anche se sarà difficile, con i tempi che corrono, riuscire a trovare un lavoro.
Una situazione incresciosa perché di fatto 72 famiglie sono alla fame e non ci sono speranze ne di ottenere una proroga della Cassa integrazione in deroga né di poter usufruire di altri ammortizzatori sociali. Probabilmente questi lavoratori presenteranno domanda di disoccupazione all’Inps per poter racimolare qualche soldo per mantenere le famiglie, ma di altre speranze ce ne sono veramente poche. Era nata la speranza che la Multiservi potesse entrare in un progetto regionale, così come è capitato a partecipate di Caltanissetta, Ragusa e Trapani, ma anche questa possibilità è svanita. Pare che il commissario liquidatore voglia tentare l’ultima possibilità, quella di un incontro con il presidente della Regione per vedere se esiste la possibilità di emanare un provvedimento straordinario per la Multiservizi di Enna, ma le possibilità sono veramente ridotte al lumicino. Molti operai hanno deciso di intentare un class action nei confronti della Provincia, ma l’ente locale non esiste più, e della Regione per vedere di ottenere qualcosa, hanno già contattato un avvocato amministrativista di Catania e pare che stiano preparando questo ricorso che è l’ultima possibilità a cui si aggrappano i 72 operai per sperare in qualcosa di concreto, ma la situazione è molto complessa. Trovare soluzioni immediate è impossibile e per i lavoratori si chiude una triste storia.