Carceri. L’allarme Uil Penitenziari: chiuse Nicosia e Mistretta una vasta area senza strutture

carcere nicosia Nicosia.  “Prendiamo atto dell’annullamento del settore Penitenziario nel triangolo che va da Barcellona P.G., Termini Imerese ed Enna, infatti con la soppressione degli Istituti Penitenziari di Mistretta e Nicosia, non ne rimangono per centinaia di chilometri”. Inizia così la lunga nota diffusa ieri dal componente della segreteria provinciale della Uil Penitenziari Giuseppe Trapani. “Questo annulla ogni legittima aspirazione di chi nel Penitenziario lavora, – prosegue la nota –  le aspettative di chi con il Penitenziario movimentava commercio ed economia, chi purtroppo nel Penitenziario incappava, cancellando anche la sicurezza che il Penitenziario generava con la Presenza del Corpo di polizia penitenziaria e, tra l’altro, ove non passasse la riconversione dell’O.P.G. di Barcellona P.G. in Istituto Penitenziario, la forbice si allargherebbe ulteriormente, spostandola da Barcellona a Messina, riducendo ad uno solo l’Istituto Penitenziario su tutta la ex Provincia di Messina, un dato che risulta disastroso per tutti: per le comunità locali che si vedono decurtare centinaia di posti di lavoro, a favore delle grosse realtà cittadine (Catania, Palermo, Agrigento, Ragusa, Caltanissetta ecc…), per l’economia generata dall’indotto, per coloro che nel carcere dovranno scontare le loro condanne, costringendo le loro famiglie ad affrontare viaggi di diverse ore per potere effettuare i colloqui e che avvolte non saranno affrontabili in una unica giornata, ma anche sulle Forze di Polizia che per consegnare gli Arrestati dovranno percorrere centinaia di chilometri. Quali sono le sindacati - uil penitenziari peppe trapanieconomie realizzate? Infatti, conti alla mano, non vi sono effettivi risparmi ma inefficienze conclamate, scaricando i costi di queste scelte, non condivise da questa O.S., sui lavoratori del Penitenziario, sui famigliari dei detenuti, sui bilanci delle forze dell’ordine che dovranno impegnare risorse non indifferenti per relazionarsi con il carcere, sia in termini di tempo, sia in termini economici. Si creano disastrose condizioni dei lavoratori del Penitenziario, che da situazioni stabilizzate da decenni, si ritrovano a centinaia di chilometri dall’ex sede di servizio, gravando sui bilanci famigliari le spese del pendolarismo (200 € mensili e oltre), che aggiunti al mancato rinnovo dei contratti, ai congelamenti delle indennità varie, all’allungamento dell’età pensionabile, non si possono escludere il dissesto finanziario di alcune già difficili condizioni economiche famigliari, si pensi anche ai lavoratori ipovedenti degli istituti, o a quelli invalidi che espletano attività amministrativa, alle categorie protette, o al Personale di Polizia Penitenziario con oltre 30 anni di servizio, in barba a decreti leggi, a norme e indicazioni Governative, che sul territorio non sono nemmeno prese in considerazione, naturalmente con la dovuta tutela dei livelli dirigenziali, che invece beneficeranno di tutte le prerogative a loro concesse (trasferimenti pagati, scelta delle sedi e spostamenti con auto di servizio per raggiungere i luoghi di lavoro). Ci saremmo aspettati una maggiore e più incisiva risposta della Politica, invece impegnata ad auto tutelarsi e intraprendere campagne elettorali (come l’ultima sospensiva emanata), ad emettere sterili proclami, incapace di difendere i territori e ancora oggi, assistendo a uno stato spettrale delle cittadine, causata dalla chiusura dei Tribunali e delle Carceri, si ci prepara inermi a subire ulteriori scippi, senza che un minimo di dissenso serio esca dalle nostre ormai flebili voci. Continuiamo a ribadire che ciò che si sta tagliando è l’efficienza, sono i volti umani dello Stato, è lo Stato che era a fianco del cittadino, cittadino che ora è abbandonato a se stesso, non tutelato, indifeso e anche vessato, un passo indietro di centinaia di anni che riportano queste nostre realtà a dover seriamente ripensare di abbandonare i propri luoghi per fuggire verso chi almeno ti garantisce un pezzo di pane, mentre, in controtendenza, migliaia di disperati sono accolti sulle nostre coste. Veramente di riforma epocale si può parlare e nel senso peggiore di tutte le coniugazioni possibili.

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