Centuripe. Il sindaco Biondi si dimette prima del voto di sfiducia in Consiglio comunale

centuripe antonino biondiCenturipe. Il sindaco Antonino Biondi si è dimesso dalla carica e con lui si sono dimessi tutti gli assessori. E’ accaduto poco prima della seduta del consiglio comunale convocato per discutere e votare la mozione di sfiducia presentata lo scorso 4 luglio dall’opposizione. Con Biondi si sono dimessi il vicesindaco Nicolò Romano e gli assessori Armando Donsì, Nunziata Meli e Antonio Maita. Finisce così, evitando il voto del consiglio dove la mozione sarebbe stata ampiamente approvata, l’esperienza politica di Biondi e della sua amministrazione, alla giuda del Comune dal maggio del 2012, dopo la vittoria con la lista civica “Centuripe Lista Cittadina – Liberamente insieme si può”, che aveva conquistato anche la maggioranza in Consiglio con 10 scranni. La sfiducia era stata depositata a firma dei consiglieri di opposizione della lista civica “Centuripe in Movimento” Elino Adamo, Vita Maria Chiara, Grazia Lo Presti, Antonella Costanzo Zammataro, Salvatore Chiechio e Rosario Fichera, ma a sostenerla era anche buona parte di quella ex maggioranza di Biondi che si era sgretolata. Così sindaco e giunta hanno preferito le dimissioni. In carica rimane il consiglio comunale, che sarebbe decaduto se si fosse votata favorevolmente la sfiducia, ma i consiglieri sembrano decisi a dimettersi in blocco nei prossimi giorni.  A questo punto si attende la nomina del commissario ad acta che sostituirà sindaco e giunta per l’ordinaria amministrazione. Un commissariamento che durerà 10 mesi, dato che Centuripe tornerà alle urne a maggio 2015. Ovviamente si apre da subito una campagna elettorale che potrebbe essere incentrata su quei punti che, secondo minoranza e anche maggioranza, non sono stati affrontati e risolti dall’amministrazione Biondi. in molti pensano già ad un possibile ritorno alla politica di Elio Galvagno, considerata una figura di riferimento in grado di riportare al centro dell’azione amministrativa le necessità sempre più impellenti dei cittadini, ma anche di “normalizzare” i rapporti tra forze politiche che comunque dovranno andare ad amministrare in un clima “avvelenato” come sempre accade quando a scrivere la parola fine su una amministrazione è la sfiducia.