Appalti: addio ai ribassi eccessivi (forse)

cantieri servizioApproda all’ARS un DDL che si pone l’obiettivo di fronteggiare l’anomalia dei “ribassi selvaggi”.

Da anni il settore degli appalti pubblici è caratterizzato da ribassi che gli stessi addetti ai lavori giudicano eccessivi e difficilmente giustificabili. Nei lavori pubblici le offerte si attestano su ribassi tra il 30 ed il 40%. Nei servizi sono spesso superiori al 50% con punte che segnano anche un -70% sul prezzo posto a base d’asta.

E’ ben noto il risultato. Opere incompiute o di qualità non adeguata. D’altronde è ben evidente che il criterio del prezzo più basso è sintomo di un mercato non realmente concorrenziale, la concorrenza dovrebbe essere fatta su qualità, tempi di esecuzione e solo poi sul prezzo. Invertendo l’ordine il risultato è inverso. Molti operatori lamentano che adottando il criterio del massimo ribasso si legittimano le imprese più “aggressive”, quelle che hanno capitali da riciclare (per i quali la rimuneratività è già nel sol fatto di aver potuto immettere risorse economiche di provenienza illecita nel circuito lecito), quella in grado di organizzarsi in cordate in grado di turbare il normale processo di aggiudicazione.

Scriveva nel 1683 il Maresciallo di Francia Vauban al Ministro
“abbiamo opere di costruzione che trasciniamo da anni non mai terminate, e che forse terminate non saranno mai. Questo succede, Eccellenza, per la confusione causata dai frequenti ribassi che si apportano nelle opere Vostre, poiché va certo che tutte te
rotture di contratti, così come i mancamenti di parola ed il ripetersi degli appalti ad altro non servono che ad attirarVi, quali Impresari tutti i miserabili che non sanno dove batter del capo ed i bricconi e gli ignoranti,facendo al tempo medesimo fuggire da Voi quanti hanno i mezzi e te capacità per condurre un’impresa.
E dirò, inoltre, che tali ribassi ritardano e rincarano considerevolmente i lavori, i quali ognora più scadenti diverranno.
E dirò pure che te economie realizzate con tali ribassi e sconti cotanto accanitamente ricercati, saranno immaginarie, giacche similmente avviene per un impresario che perde, quanto per un individuo che si annoia: s’attacca egli a tutto ciò che può, ed attaccarsi a tutto ciò che si può, in materia di costruzioni, significa non pagare i mercanti che forniscono i materiati, compensare malamente i propri operai, imbrogliare quanto più gente si può,avere la mano d’opera più scadente come quella che a minor prezzo si dona,adoperare i materiali peggiori, trovare cavilli in ogni cosa e leggere la vita
ora di questo, ora di quello.
Ecco dunque quanto basta, Eccellenza, perché vediate l’errore di questo Vostro sistema; abbandonatelo quindi in nome di (Dio; ristabilite la fiducia, pagate il giusto prezzo dei lavori, non rifiutate un onesto compenso ad un imprenditore che compirà il suo dovere.
Sarà sempre questo l’affare migliore che Voi potrete fare.”

Dopo più di 3 secoli forse l’appello del Vauban è stato colto. E’ giunto infatti in Aula il DDL n. 488 ( firmatari i 15 deputati del M5S) che facendo propri gli appelli di costruttori e di progettisti si propone di mettere un freno alla tendenza di eccedere nei ribassi offerti, fronteggiando i fenomeni di turbativa.

Il DDL si compone di appena 3 articoli ed all’art. 1 si modifica la norma in vigore (la L.R. n. 12 /2011 che ha sostanzialmente recepito il codice nazionale) introducendo un meccanismo aleatorio e casuale che non consente di fare previsioni matematiche sui range di ribassi vincenti e quindi, nel gioco delle medie e degli scarti, evita che i ribassi aumentino gara dopo gara.

Certezze non ce ne sono sul fatto che il meccanismo possa funzionare, ma è un serio tentativo che ha buone probabilità di riuscire nell’intento, sempre ove l’ARS trovasse la compattezza necessaria per approvarlo.

Ma non è tutto. Infatti al’art.2 viene previsto che ogni ribasso superiore al 25% debba essere giustificato sulle voce dei materiali comparandoli con quelli ufficiali forniti dalle Camere di Commercio. Questo aspetto, anch’esso lodevole nel principio (lo stesso Crocetta ha più volte espresso le sue perplessità sulla possibilità che si possano condurre in porto lavori con ribassi superiori al 25%) rischia di impattare con la semplice constatazione che le Camere di Commercio non hanno mai avviato una rilevazione sistematica dei prezzi dei materiali, come invece avviene nel resto d’Italia, l’unica esperienza su scala regionale è quella di Enna dove la CCIAA, l’Università e le associazioni imprenditoriali hanno costituito un Osservatorio che dovrebbe essere deputato proprio a queste rilevazioni, attività che comunque non è ancora stata del tutto avviata. Ma l’ARS avrà modo di trovar rimedio. Insomma e forse il mondo degli appalti potrà finalmente cominciare ad essere un mercato competitivo dove prevale il migliore e non il più scaltro.

 

a cura di Gildo Matera