Aidone e il Libero Consorzio. Silenzio assenso!

Aidone panorama est_segni di modernitàMancano ormai pochi giorni alla data fatidica del 28 settembre quando scadranno i sei mesi di tempo che i comuni hanno avuto per decidere a quale consorzio aderire, se restare o uscire dalle vecchie province. Ad Aidone con i ritmi ovattati delle nebbie ben conosciute, arrivano gli echi della diaspora piazzese e della disputa referendaria, ma l’argomento è del tutto assente dal dibattito pubblico e in buona parte anche dalle chiacchiere di piazza. Non è cosa nostra! Sembra che si aspetti soltanto che si realizzi il silenzio assenso. Si sta bene dove si sta, chi cambia la vecchia con la nuova…, meglio u tintu conosciuto.., tutto il repertorio proverbiale conforta a non prendere decisioni e a restare dove si sta: estrema periferia di una provincia che ci ha considerato poco più di un bacino di voti. Nessuno crede, veramente, che approdare al non ancora ben definito consorzio di Catania Sud risolverebbe qualcuno dei nostri annosissimi problemi, saremmo anche lì un lembo marginale, poco più di un’appendice. Non so cosa farei se fossi piazzese, ho le idee molto confuse, come il 90% dei siciliani, perché confusa è ancora la situazione normativa, non si capisce dove finiranno i limiti e le competenze della vecchia provincia, sulla quale si era uniformata l’amministrazione della sanità, della giustizia, della scuola, della gestione dei beni culturali e quant’altro, e quali saranno quelli dei consorzi, non si capisce quali vantaggi ai nostri comuni deriverebbero da una o dall’altra opzione….. Di una cosa però sono certa: la nostra capacità contrattuale, per stabilire rapporti di forza più equilibrati all’interno del consorzio di Enna, avrebbe guadagnato se Piazza Armerina, invece di tentare la fuga in solitaria, avesse cercato l’alleanza con Aidone, Valguarnera, Barrafranca, Pietraperzia (oltre 50 mila abitanti e già membri dei distretti sanitario e/o scolastico), e magari l’aggregazione di comuni viciniori come Mirabella, San Cono, San Michele di Ganzaria, Raddusa, se avesse stimolato un’azione sinergica e se ne fosse fatta capofila. Avrebbe dato forza contrattuale a quella parte sud della provincia di Enna che da sempre si è sentita – a torto o a ragione, per propria colpa o demerito – trascurata e quasi danneggiata dalle politiche provinciali e dalla forza centripeta di Enna, che ha fatto sempre la parte del leone di esopiana memoria. I politici, quelli che veramente contano, invisi a molti piazzesi, passeranno, ma, ammesso che i consorzi vadano in porto, la decisione presa oggi segnerà per il futuro la vita non solo del loro comune ma anche quella dei loro vicini, e nulla fa presagire che sarà veramente per il meglio. Sembra che la motivazione più usata sia quella che, avendo visto e avuto il peggio da Enna, il cambiamento non può che far bene, a prescindere! A detta dei fautori del no sarebbero molti i disagi certi (relativi a sanità, giustizia, istruzione e quant’altro) e pochi e fumosi i vantaggi, basati su una non meglio definita prospettiva di crescita economica e culturale. Non so quanto e se Nicosia ci abbia messo del suo per convincere i paesi dei Nebrodi a passare nel consorzio di Enna, ma è certo che ne guadagnerà, rinforzando la propria posizione di leader dei comuni del nord del consorzio. La forza che Nicosia riuscirà a conquistarsi non sarà compensata a sud dove il silenzio assordante, percepito come assenso convinto, non indurrà Enna a riconoscere la benché minima capacità contrattuale ai nostri comuni che continueranno a restare un’appendice del consorzio, utile e numericamente indispensabile! Scintini eritis in secula seculorum! La maledizione di San Leone contro gli aidonesi s’addice bene purtroppo anche al resto del suo vicinato.

Franca Ciantia