Aidone-Morgantina: che fine ha fatto la testa di ADE?

ade serena1Che fine ha fatto la testa di ADE? E’ quanto si chiedono gli amanti dell’archeologia per la celebre scultura ellenistica in terracotta policroma riproducente il dio degli Inferi, rubata dal sottosuolo di Morgantina nel 1979 e finita per le solite vie del mercato antiquario illegale al Paul Getty Museum di Malibù. Museo che, in ossequio alla nuova politica in materia di beni culturali di provenienza illecita, aveva deciso l’anno scorso di restituire il pezzo al museo di Aidone. Un bel colpo dato che il reperto è di eccezionale rarità e forte impatto visivo, oltre che di grande importanza storico-artistica. La data per l’evento era stata indicata nel gennaio 2014, eppure sono passati nove mesi ed il dio rimane nel suo inferno californiano. Non vogliamo credere ad un ripensamento del Paul Getty, che si trova nell’imbarazzo di possedere una scultura rubata e che, riteniamo, non veda l’ora di ridarla al legittimo proprietario per rifarsi una verginità. Corre, invece, voce che al rientro dell’opera ostino difficoltà di tipo burocratico, per le quali non sarebbe estranea l’amministrazione regionale dei beni culturali, incapace, quantomeno, di mettere la faccenda sul binario giusto e riportare Ade a casa in tempi brevi. In ogni caso, l’opinione pubblica non è stata informata dei motivi del ritardo e questo è grave quantomeno per Aidone e l’intero territorio ennese, che continua a puntare sull’archeologia come volano per la sua asfittica economia.
La verità è, come usa dire Giannini a Ballarò, che Morgantina è finita nel dimenticatoio delle istituzioni di tutela, dopo il falò acceso negli anni del rientro dei capolavori rubati. Peggio, il suo museo si avvia ad essere paradossalmente spogliato in silenzio dopo essere stato arricchito con le restituzioni degli ultimi tempi. Il tesoro d’argento è prossimo a ripartire per il Metropolitan di New York e nessuno è riuscito a convincere il museo americano dell’assurdità di quell’accordo che lo prevedeva, dato anche l’elevato rischio di danneggiamento involontario dei fragilissimi pezzi che lo compongono. Ci ha provato, a dirla tutta, l’ex assessore regionale al ramo Mariarita Sgarlata, che, siccome era troppo competente ed attiva nella sua materia, si è guadagnata il defenestramento, come ritualmente ed inevitabilmente capita in Sicilia. Non sappiamo a cosa toccherà dopo il tesoro, ma tra pezzi che non rientrano alla data stabilita e pezzi che se ne vanno, la vediamo dura anche per la Venere, rimasta a gridare al mondo la nostra incorreggibile incapacità di valorizzare al meglio il nostro patrimonio d’arte e, di conseguenza, a legittimare le voglie di chi la vuole altrove.

Silvio Raffiotta


FOTO: TESTA DI ADE APPARTENENTE A MORGANTINA