Malfitano, ovvero, della Politica e del bene comune

briganteMalfitano si è dimesso, il Sindaco del plebiscito, della Nicosia che insorge e che cerca un nuovo futuro ha lasciato la poltrona di Palazzo.

Malfitano, già sui generis nel suo ruolo di Consigliere Provinciale castigamatti, pronto a far diventare incandescenti gli argomenti trattati, fossero questi le beghe di partito (per quel piccolo lasso di tempo in cui un partito ha potuto tenere a bada un simile carattere) o le questioni della gestione della cosa pubblica, non ha accettato i tempi ed i modi della politica.

Leggere le sue parole nella lettera di dimissioni fa da un lato male per come sembra finire una pagina della democrazia partecipata di questa provincia, dall’altro bene per una quasi sorniona capacità dello stesso Sindaco a farsi beffe dei giochi di potere (e poi che potere) di chi è avvezzo alla politichetta del partito unico provinciale.

Malfitano punta l’indice verso chi, ed i lettori leggeranno subito nome e cognome, senza pudore ha per questi due anni opposto una strenua resistenza agli attacchi che venivano portati al sistema ATO, qualcuno che da Consigliere Comunale ed ex amministratore avrebbe dovuto sospendere ogni attività proprio laddove invece più forti rendeva i toni del dibattito. Non si può esser amministratore e come tale difendere la propria poltroncina soprattutto laddove la stessa non è altro che il frutto di una “chiamata” diretta per affinità politiche.

L’ATO, sempre l’ATO rifiuti, leit motiv della politica locale. Malfitano ha, come chiunque amministra, sbagliato, se dovesse chiederlo direi che ha sbagliato nell’impulsività di certe scelte, nella scarsa capacità di passare dalla enorme simpatia che la gente nutre nei suoi confronti, alla condivisione dei percorsi amministrativi. Ha sbagliato nel modificare troppe volte la rosa degli Assessori rendendo ancor più fragile la macchina amministrativa. Ma Malfitano ha un grande merito, ha fatto politica senza mai scendere a compromessi contro il partito dell’ATO rifiuti.

Andrà a casa? Si ricandiderà? Sarà votato nuovamente, non lo sappiamo, pensiamo che, sorridente, inizierà di nuovo l’attacco alle trincee del PD e soci, pronto ad un’altra stagione, magari meno confusionaria ed irruenta, ma sempre “malfitaniana” che traghetti Nicosia via dal sultanato.

Noi, briganti, in questi Sindaci speriamo, nella malfitaniana irruenza e nella ferma, composta, ferrea volontà del Bivona che da oggi è sceso in strada contro i tagli assassini, del Venezia che si sospese proprio dal PD, del Costanza che dice chiaro “i tempi dei privilegi son finiti”, del Leanza che procede a marce forzate per la SRR, del Sinatra che accerchiato continua a piantare le bandiere dell’indipendenza.

Gente diversa, venuta da diverse strade, da diverse esperienze, ma conscia del momento, della necessità di voltare pagina.

Speriamo poi che la gente, la gente delle strade, delle piazze quasi negate, divenga un poco più brigante, senza schioppi e senza coltellacci, ma con la voglia di voltar pagina, di guardare al bene comune, a Nicosia come nelle altre diciotto splendide cittadine di Sicilia.

Comunque vada, auguri Sindaco, auguri Sergio!

Antonino Testalonga