Nicosia. Funerali e fiori: non graditi nella chiesa i nastri che riportano i nomi di chi li ha donati

corone fiori funeraleNicosia. I fiori portati in chiesa per i funerali non devono avere i nastri che riportano i nomi di chi li ha donati. Almeno, così deve essere secondo il sacerdote che ieri pomeriggio, tra lo stupore e lo sgomento dei presenti ha tolto tutti nastri da ceste, mazzi e “cuscini” floreali che addobbavano la chiesa San Francesco di Paola per un funerale. Don Santo Basilotta, secondo il racconto delle centinaia di persone presenti al funerale, li ha staccati uno a uno e li ha “requisiti” portandoseli in sacrestia. Non è chiaro il motivo per il quale parenti, congiunti e amici più intimi non debbano avere la possibilità di fare un omaggio floreale che, come da tradizione antichissima, reca il nastro viola con scritto il nome di chi ha voluto rendere un omaggio in occasione dell’ultimo saluto ad una persona cara. Il sacerdote, tra l’altro, non avrebbe dato alcuna motivazione del perché nella chiesa della quale è parroco, i mazzi e le ceste di fiori devono essere “anonimi”.
In effetti Basilotta da circa un anno conduce una “battaglia” contro i fiori ai funerali, al punto che lo scorso febbraio fece portare fuori dalla chiesa quelli offerti dai figli e dai parenti più intimi di una defunta, sostenendo che nella “sua chiesa” non devono rimanere “i fiori dei morti”. Solitamente questo tipo di omaggio floreale viene donato alla chiesa dove si celebra il funerale e posto su altari o ai piedi di simulacri, come ricordo della persona scomparsa. Ieri pomeriggio, invece, prima di celebrare il rito funebre, don Basilotta ha lasciato l’altare per uscire sul sagrato della chiesa e “invitare” le tantissime persone rimaste fuori perché il luogo di culto era gremito, ad “andarsene a prendere un caffè e ritornare dopo un’ora”. Anche durante l’omelia, sempre davanti a centinaia di fedeli, il sacerdote ha sostenuto che a Leonforte per 20 anni è riuscito a imporre queste regole e ha poi affermato di essere stato “minacciato” per avere tolto i nastri. Al termine della cerimonia tra amici e parenti dello scomparso, serpeggiavano stupore e rabbia per non avere avuto il piacere di vedere il proprio dono con la tradizionale fascia, ma anche per il rimprovero – ritenuto ingiusto – a quanti erano rimasti fuori dalla chiesa, data la quantità di persone che la affollavano.






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