Cgil Enna: raccolta firme campagna “appalti sono nostro lavoro” e giornata “baratto di cose e di idee”

Enna. Prossimamente due iniziative della Cgil ennese, fortemente volute dal Segretario generale Rita Magnano.
CGILPer il 19 marzo sarà in piazza Vittorio Emanuele per la raccolta firma a sostegno della campagna “Gli appalti sono il nostro lavoro. I diritti non sono in appalto”. Una iniziativa che si terrà contemporaneamente in tutte le città del Paese, a sostegno di una legge di iniziativa popolare promossa dalla Cgil nazionale, sulla questione appalti e che, in sintesi, propone: la garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici, il contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese, la tutela dell’occupazione nei cambi appalti. Il termine “appalti” oggi riporta alla mente di ognuno solo vicende di arresti e corruzione. Nei fatti, questo è un ambito lavorativo centrale nella crescita economica del Paese che incrocia trasversalmente tutti i settori lavorativi, sia pubblici che privati, in cui il lavoro è fortemente frammentato, non tutelato, in cui, troppo spesso, non vengono riconosciuti e rispettati i diritti minimi e lo sfruttamento è all’ordine del giorno. Un lavoro povero, precario, faticoso e mal retribuito su cui si scarica anche l’abbattimento dei costi di fornitura e realizzazione di beni e servizi a danno dei lavoratori ma anche dei cittadini a cui vengono assicurati servizi minimi e, spesso, non di qualità. Una situazione lavorativa drammatica su cui oggi si abbatte come una scure il contratto a tutele crescenti del Jobs Act e gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni, un combinato disposto che potrà determinare una stagione di licenziamenti e di nuove assunzioni a “monetizzazione crescenti”, con l’azzeramento dei diritti pregressi. Un sistema di appalti e sub appalti che nel tempo è stato reso sempre più complesso da norme compiacenti per nascondere nelle proprie pieghe le peggiori pratiche di clientelismo, sfruttamento, oltre che malaffare. Da qui la necessità di una proposta di legge che tuteli quei lavoratori “invisibili” che operano nell’edilizia, ma anche nei call center, nelle Asp, negli enti locali, nelle scuole, più di 2500 nel solo territorio ennese e più di tre milioni e mezzo (stima per difetto) in tutta Italia. La Cgil nella proposta di legge, fra l’altro, sostiene la necessità di reintrodurre la responsabilità solidale, come previsto originariamente dalla legge 276 del 2003, ossia la responsabilità in solido del committente del trattamento salariale e contributivo dei lavoratori in appalto in caso di inadempienza dell’appaltatore, oltre che la riduzione drastica delle 30 mila stazioni appaltanti che operano in Italia, ovvero quei soggetti che affidano a terzi, mediante sub appalti, l’esecuzione di lavori pubblici o fornitura di beni e servizi. La Cgil di Enna, impegnata da settimane nella raccolta firme, il 19 marzo sarà a Enna, il 26 marzo a Piazza Armerina, il 27 Marzo a Leonforte, l’11 Aprile a Barrafranca, il 16 Aprile a Nicosia, il 18 Aprile a Troina, a raccogliere l’adesione solidale di tutti coloro che, a chiare lettere, intendono dire a questo Governo che “ I diritti non sono in appalto”.

E, giorno 28 marzo, nei locali della Cgil di Enna, si terrà la giornata “Oltre l’8 marzo. Baratto di cose e di idee”.
Una iniziativa organizzata dalle donne, e non solo, della Cgil, con lo scopo di tornare a rivivere i valori del passato, condivisione, comunità solidale, recupero, riuso, in uno spazio fisico, i locali del sindacato le cui origini affondano nella pratica del mutuo soccorso. “Ora che l’8 marzo è alle spalle, dichiara Rita Magnano, Segretario generale della Cgil, e la fiera della retorica ha levato le tende, l’ipocrisia ha avuto pubblico sfogo e il silenzio è ritornato a scendere sull’esistenza delle donne, ci piace lanciare l’idea, tutta al femminile e non solo, messa a punto giorno 6 marzo nella riunione del gruppo dirigente della Cgil di Enna. “Oltre l’8 marzo. Baratto di cose e di idee” un pomeriggio in cui, tra una chiacchiera e l’altra, si torni a rivivere la condivisione del tempo in modo disinteressato e, perché tale, capace di arricchire ognuno. Una modalità di incontro che metta insieme generazioni diverse, e li leghi dal nobile e semplice gesto dello scambio di oggetti che può diventare, anche, scambio di emozioni. Non vendere ma scambiare: un gesto che racchiude il recupero del valore delle cose ma anche dei sentimenti, che riscopre il piacere del riuso degli oggetti ma anche il ritorno a quella comunità attiva e solidale di antica memoria, in cui lo scambio può soddisfare un bisogno o un piacere, ridare vita a un oggetto, senso a un personale manufatto. L’iniziativa è aperta a chiunque voglia barattare oggetti in buone condizioni di ogni genere: libri, vestiti, attrezzature, suppellettili, manufatti propri ma anche una poesia o un’ora del proprio tempo libero. Per partecipare al baratto basterà prenotarsi chiamando allo 0935/519100 – 519146 519145 – 519121. Una giornata oltre l’8 marzo da riproporre ogni mese, cambiando modalità e organizzazione, in cui le donne riprendono il filo della solidarietà di una nuova comunità che non intende arrendersi né alla crisi economica nè a quella morale e dei valori. Una giornata di donne, per le donne e non solo, che ci conduca al prossimo 8 marzo, giorno dopo giorno, mese dopo mese.