Assoconsumatori. Lettera aperta a Presidente Regione su problema acqua ad Enna

rifiuti e acquaEnna. Assoconsumatori ha, negli ultimi mesi, intensificato la sua azione per il rispetto della legge che determina una società civile, “purtroppo fa presente Pippo Bruno, delegato provinciale di Assoconsumatori – la farraginosità delle istituzioni e, forse, l’inerzia di una classe dirigente che vive nella logica del ”vivi e lascia vivere” ci portano a rivolgerci alla S.V.”. Bruno spiega le motivazioni della lettera aperta: “L’eliminazione delle Province con la istituzione dei commissari avrebbero dovuto determinare un controllo effettivo di quelle che sono le partecipate dell’ex-Province Regionali, così non è stato (nella fattispecie) per quanto riguarda la ex-Provincia di Enna, infatti, i commissari che nei fatti sono commissari liquidatori dell’ATO-idrico n.5 in questi anni si sono limitati a certificare che il gestore del servizio idrico integrato non versava il canone di gestione all’ATO, con relativo danno erariale, non si accorgevano che il gestore tartassava gli utenti del servizio con depositi cauzionali già introitati dagli enti precedentemente gestrici del servizio, in una totale mancanza di rispetto di leggi e convenzioni a danno dei cittadini. In tale concetto si chiede che senso ha l’esistenza di un apparato burocratico quando questo con rispetta e non fa rispettare le norme e gli interessi dei cittadini? Siamo alla giungla o possiamo aver diritto alla legalità? Nella relazione del Sen. Pecorella sui rifiuti nelle conclusioni, si Legge: ”In Sicilia la gestione dei rifiuti è essa stessa organizzata per delinquere”, nell’acqua non è dato sapere quali sono le influenze capitalistiche, sta di fatto che in alcune province siciliane le illegittimità sono state appalesate, in altre vi sono forti dubbi. In provincia di Enna la convenzione tra ATO n.5 e gestore del SII dovrebbe regolare la gestione del servizio, ma il gestore, con la consapevolezza di chi dovrebbe controllare, non ci è dato sapere, effettua continue vessazioni verso i cittadini con distacchi anche per modeste entità o con reiterate minacce di distacco del servizio per un bene di prima necessità, mentre lo stesso gestore non versa il dovuto canone che oggi ammonta a circa 3 milioni. Il mancato versamento di una sola annualità determina nei fatti la rescissione del servizio sulla base del disposto art. 38 della convenzione e nell’adempimento del proprio dovere, avvalendosi dell’art.1456 del c.c., da parte di chi di competenza. Di quanto sopra esposto è stato relazionato e documentato alla Procura della Repubblica, ma sarebbe auspicabile un serio intervento della politica, se questa fa gli interessi dei cittadini come si proclama nelle varie campagne elettorali, altrimenti amen, che DIO ci aiuti, perché siamo in uno Stato dove la legge, è del più forte: LA GIUNGLA”.