Enna. I precari dell’ex Provincia invitati dai dirigenti a prendere le ferie

enna-palazzo-provinciaLa crisi della ex Provincia di Enna, così come tutte quelle siciliane, rischia di trasformarsi presto nello stop dei servizi. La giornata di ieri per le organizzazioni sindacali doveva essere quella giusta per parlare dei prepensionamenti per alleviare il peso sul bilancio dell’ente ma all’improvviso hanno avuto un’altra spiacevole notizia quando i precari sono stati invitati dai dirigenti a prendere le ferie. Un segnale preoccupante che ha mandato in crisi l’agenda del giorno aprendo una finestra sul futuro dei dipendenti. Dal 1° giugno, infatti, gradualmente i 108 precari rischiano di restare senza un lavoro così come tutto il personale, 280, vede addensarsi nubi nere intorno. Una situazione paradossale per un ente che non ha debiti ma che soffre le inadempienze delle leggi che si sono susseguite ma anche i tagli della Regione e dello Stato che il 31 maggio, come se non bastasse ciò che non dà, vorrà quasi quattro milioni (di cui tre dall’Rc auto) che saranno dieci in tre anni. A lanciare il grido d’allarme, che non è la solita preoccupazione, sono stati Giuseppe Adamo, Salvino Bombara e Salvatore Calì della Uil Fpl, Gaetano Salerno della Fp Cisl, Giovanni La Valle della Fp Cgil ed Andrea Scoto per le Rsu. “Siamo vicini al dramma sociale” accusano i rappresentanti sindacali dopo l’inaspettata richiesta di ferie forzate ai precari. Un discorso serio i sindacati insieme ai dirigenti dell’ente lo avevano già iniziato a fare parlando dei possibili prepensionamenti, circa 40 entro il 2016 per rientrare nella spesa del personale ma anche qui c’è del clamoroso perchè l’esubero non è dato dall’eccedenza del personale (che è anzi sottodimensionato) bensì dai tagli ai trasferimenti che non fanno bastare i fondi. “La scelta della politica è forsennata, non solo non aiuta gli enti provinciali ma anzi continua nel prelievo forzoso che, come nel caso delle assicurazioni, non resta nel territorio come dovrebbe” dicono i sindacalisti.
Ovviamente a farne le spese, di questo passo, sarà l’anello più debole con i lavoratori precari ma le organizzazioni sindacali, vanno oltre: “I licenziamenti sono già di per sé gravi ma a breve non saranno più garantibili i servizi”. Tradotto significa che verranno meno gli interventi sulle strade, tagliati gli aiuti all’assistenza sociale, nessun fondo alle scuole (si sfiorerà il 60% dei tagli ai fondi che servono a coprire i servizi necessari). Dal settore viabilità pare che stia per partire una lettera ai massimi livelli dello Stato per informare che non si riterranno responsabili per eventuali emergenze vista la situazione economica “Siamo di fronte ad un dissesto di Stato e il venir meno a questi servizi – dicono preoccupati i sindacalisti – porterà ad effetti nefasti”. Per i 280 dipendenti al momento pochi rischi per lo stipendio ma continuando così anche per loro ci sarebbero dei rischi. La situazione sembra dunque essere arrivata ad un punto di non ritorno tanto che tutto il personale ha dichiarato lo stato di agitazione permanente ed è pronto ad intraprendere qualsiasi strada a difesa del futuro.