Enna. Il 60% stoppa Crisafulli – Dipietro saprà catalizzarli?

REFERENDUM DIPIETRO CRISAFULLII numeri non concedono scorciatoie interpretative: Crisafulli 40,7% – Dipietro 24,3% – Solfato 17,5 – Girasole 17,4%. Il voto fotografa Enna che stoppa la corsa trionfale di chi afferma che “vinco anche con il sorteggio” e che “il PD sono io”; che sceglie, altresì, per il ballottaggio chi ha per slogan “un Sindaco, non un padrone”. Anche agli altri due riconosce piena dignità per il loro messaggio elettorale.

Se questa è l’immagine nitida del risultato, osserviamo i vari movimenti alla moviola.

Ritorniamo alla Città che ritrova coscienza del valore delle sue elezioni sul piano regionale, ma anche nazionale. Capisce che si va stavolta oltre i confini della nostra montagna e dei suoi altipiani. In Sicilia il PD dei notabili (racitismo o rachitismo politico?) scommette sul modello di governo comunale espresso da Crisafulli, prima definito 4 volte “impresentabile” da Bersani ed ora proposto ed imposto perché sarebbe “voluto dalla gente”. In’Italia c’è chi pensa (D’Alema, Fava, Buttafuoco?) che il Pd può permettersi d’avere pure la faccia di uno reputato “invadente, ingombrante e angosciante”. Ecco il primo dato che riguarda in linea diretta i Democratici.

Si va ora al ballottaggio con due candidati totalmente diversi per idee e cultura di governo, per identità e stile. Sono ambedue senza ambiguità poiché si sa chi sono stati e chi sono. Adesso, devono definire i loro scenari.

Crisafulli
, preso atto che la diabolica macchina del suo Potere descritto dalle sue liste di sostegno che lo hanno al primo turno macinato abbandonandolo, dovrà uscire dalla sua torre di comando. È costretto a porsi nel campo aperto dello scontro presentando le armi degli impegni puliti, o riarmando la Legione delle centurie-cordate.

Dipietro
, sicuro che la biunivoca lealtà elettorale era naturale e logica, deve ritrovarsi con Girasole non tanto con aridi accordi elettorali, ma con un comune progetto di governo del Municipio. Entrambi hanno stesse origini, uguale voglia di un cambio di passo, e similarità politica. Per dirla in breve, si sentano cointerpreti del Futuro dell’Amministrazione, ma anche della Politica locale.

Il 2° turno investe Solfato e l’elettorato di 5 Stelle, certi che i loro temi forti, volenti o nolenti, manterranno la loro centralità e imporranno impegni convincenti. Per loro la battaglia elettorale non si è conclusa.

Restando nello specifico locale, pur carente e insoddisfacente, c’è molto del contendere tra i due candidati. Temi caldi e reali sono già nella testa della gente. Si tratta d’aprirla per farla ragionare. Più domande possono perforarla, e tra queste quelle più coinvolgenti. Primeggia quella sulla classe dirigente municipale che comporta un Sì o un No, nel senso che, o si conferma quella uscente, ispirata per lustri dal crisafullismo ormai modello politico esteso e definito, oppure si passa ad una vera e propria rivoltata del calzino.

Altra domanda: Enna si apre al Futuro per farne l’ideale Capoluogo della Sicilia Interna, baricentro di una ideale geo-comunità dei paesi degli Erei, Nebrodi e Madonie. O invece, si lega al marginale Consorzio dei Comuni con una impoverita comunità di 150.000, in maggioranza vecchi abitanti?

E poi, si chiede se l’Università abbia Presidente e Amministratori a vita come se fossero proprietari; se resti sede di nepotismo e di logiche privatistiche; se la politica sia regnante. O se, al contrario, abbia l’ambizione d’animare il 4° polo universitario della Sicilia ed eccella per la chiarezza e strategie per l’Alta Formazione.

Ed infine, si domanda sul “Fare dei primi 150 giorni di Sindaco” per chiarire la vergogna del rifiuto da 25 anni del P.R.G; per tracciare lo sviluppo possibile e sostenibile delle nostre ricchezze; per riordinare la mobilità dei mezzi di trasporto.

Sono domande sparse per nutrire fiducia su una competizione che tolga il lenzuolo da tempo posato sugli ennesi pur di coprire il declino del suo vivere cittadino.

Vincenzo Cimino



n.d.r.: in riferimento a quanto affermato dal firmatario dell’articolo, si fa presente che la carica di Presidente dell’Univeristà è triennale, l’incarico del Prof.Cataldo Salerno scade il 18 dicembre del corrente anno.