Ente Autodromo Pergusa a chi serve, si sa! a cosa serve? non si sa

Ente Autodromo Pergusa a chi serve, si sa! a cosa serve? non si sa
di Vincenzo Cimino

autodromo_pergusaEnte Autodromo Pergusa, ovvero immagine avvilente del nostro Lago. Cosa è ? Radiografandolo, s’osserva che ha ossa rotte e corpo ingessato, pertanto immobile. È un Ente con soci che non versano le loro quote, eccetto il Comune d’Enna, ma ha Presidente e Cons. d’Amm.ne espressi anche da loro. Come a dire, anche a zero euro si può comandare in virtù delle geniali logiche del rodato sistema di potere ennese. È riconosciuto Ente, ma giuridicamente non dovrebbe esserlo in quanto soggetto con struttura e fini economici. Eppure è così da circa 50 anni! Perché? Valendo dalle nostre parti nuddu fa nenti ppi nenti, una ragione c’è. È quella di tenere presidi pubblici che canalizzano corposi consensi elettorali e titolarità politica a Presidente e Direttore. Tant’è che non si è mai pensato ad un assetto societario similare a quello degli altri Autodromi, ove è prevalente la presenza di privati investitori. Viene fuori un altro Perché, agevolmente desumibile. A saltare sarebbero un sistema retto da persone e fatto di cose note a tutti, e l’idea stessa di una gestione fallimentare e fuori del tempo. Infatti, oggi come oggi, con un bilancio consolidato d’appena 1 milione d’euro si tira a campare con 15 persone che vi lavorano per fare non si sa cosa. Sia chiaro, è una frustrazione soprattutto per i 12 precari a t.i che stanno lì parcheggiati dalla Regione, la quale eroga 500.000 euro l’anno (eccetto il 2014) per una attività agonistica da 3 lustri inesistente. Già, ahinoi, gare ed eventi negli anni 2000 si sono contati con le dita della mano. Che fare, allora, da subito? È semplice, se non dovuto: sciogliere questo Ente, anomalo, per dar vita a un assetto su basi societarie con capitale privato. Per il Sindaco Dipietro – il Comune è proprietario delle strutture – il tema non può che rientrare nella sua agenda dei fatidici “primi 180 giorni“, ossia quelli che segnano il tracciato di massima del suo cammino. Partendo da una certezza: gli impianti dell’Autodromo sono una vera ricchezza, essendo funzionali non solo alle attività motoristiche ma ad altre che vanno dalle fiere ai concerti, dal tempo libero-sportivo alla convegnistica. Ad una condizione, ossia liberarsi dalla palla di ferro al piede che è questo Ente. Solo così potrà nascere una cosa nuova e fracassare una logica vecchia e perdente per la Città. La vittoria dell’una è la sconfitta dell’altra, non c’è una via di mezzo.
Se si va verso il nuovo, il percorso non sarà agevole, tutt’altro. Un soggetto di gestione composto di privati investitori rodati, una pista per motori a due e a quattro ruote, una Tribuna coperta per eventi musicali, un’area dei box per esposizioni e fiere rientrano in un progetto di sviluppo di Pergusa e la sua Conca. L’Autodromo fa tutt’uno con questo territorio, essendo un volano di esso. È il caso di dire “con il suo futuro si torna al passato“, quando con il Gran Premio del Mediterraneo, un bel ricordo, s’attestava su livelli europei e dava prestigio ad una Città che viveva un momento magico. Invece Oggi……. Insomma, basta per favore, mettiamo la parola fine a questo Ente!
Se amministratori e direttore attuali vogliono uscire dal loro fortino, siano i primi a finirla con questo sfascio. Basta che mettano in campo, perlomeno, idee e manifestino voglia di rottura. Diversamente, Comune e Regione siano conseguenti.