Enna. Non più Provincia ma Libero Consorzio! Riserva Indiana o Sicilia Interna?

provincia enna siciliaLe provincie siciliane non sono più tali, ma Liberi Consorzi dei Comuni (6) ed Aree Metropolitane (3). Ci sono voluti 67 anni per dare attuazione allo Statuto siciliano nella parte relativa agli Enti Locali, con la quale nel lontano 1948 si riconobbe ai circa 380 Comuni la titolarità piena a governare i loro territori pure a livello di Ente intermedio, appunto di provincia organo del sistema dei Poteri locali. Da qui una prima annotazione: mentre nella Penisola si va al suo superamento, da noi si riafferma la volontà di tenere in piedi il vecchio impianto istituzionale, ossia tra Comuni e Regione un Ente intermedio con competenze proprie, deleghe, gestione di servizi con valenza economica, capacità impositiva, autonomia statutaria, struttura burocratica ed altro. Vien da dire, con lieve supponenza, che forse “si sta uscendo dal Portone, per poi entrare dalla Finestra del Palazzo“, oppure “ mentre altrove si va avanti per cassare le province, noi andiamo indietro pur di tenerle vive”. Lo pensiamo, ma non andiamo oltre perché la nuova legge va analizzata, discussa ed verificata nei fatti. Poi, si vedrà.

C’è comunque una parte rilevante della riforma da segnare in positivo per le opportunità date ai Comuni di rifare le vecchie province sul piano territoriale, e non solo amministrativo. I Liberi Consorzi, predefiniti con l’art 1, possono però essere rimodulati e istituiti sia pur con paletti condivisibili, e essenziali a bloccare le stupide logiche di puro stampo localistico. Non è cosa da poco, soprattutto per la Sicilia Interna e per gli Ennesi. Osserviamo la realtà per quella che è.

La Sicilia Interna è una entità indistinta perché divisa, ma riconoscibile sul piano produttivo, storico e culturale. È, ahinoi, unificata da 3 I, ovverossia Inviluppo economico, Inaridimento territoriale e Invecchiamento sociale. È un’area sempre più marginale alla già marginalità dell’Isola nel Mediterraneo e in Europa. La sua tendenza spietata è quella d’essere tagliata da tutto per farne una Sicilia in solitudine. Può, però, ancora giocare la partita da interprete dello sviluppo regionale se ritrova un’identità forte come prima risultante di una unità istituzionale locale. Per l’appunto, il Libero Consorzio! Anch’esso avrebbe le carte delle risorse e dei capitali materiali e immateriali da mettere sul tavolo delle politiche regionali di crescita.

I 20 Comuni sono il cuore e l’anima della Sicilia Interna, la quale è stata finora senza una testa che pensa ed indirizza. L’area ennese dal 1929 ha espresso una provincia senza sbocco a mare, con una storia segnata più da sconfitte e cadute economiche che da processi evolutivi. Per dirla in breve, si partì con circa 270 mila abitanti e si è al capolinea con 170 mila sulla carta.  Sì, si è al capolinea: o si continua l’infelice viaggio che porta verso una sorta di riserva indiana; oppure si sale su un treno che riprenda un percorso nuovo, anche se inedito, incerto e tutto da indicare. La locomotiva potrebbe essere il Libero Consorzio della Sicilia Interna. I Comuni sarebbero quelli degli Erei ennesi, delle Madonie di Cefalù e dei Nebrodi di S. Stefano di Camastra. Un’alleanza territoriale sostenuta da un solido legame di governo locale, quale sarebbe il Libero Consorzio.

Sarebbe stupendo se i Sindaci, dopo le vacanze, decidessero almeno d’incontrarsi per dibattere, studiare, progettare e scegliere tra un presente legato solo al passato, o un presente che si spera di proiettare verso un futuro rassicurante.

È su questo che si misura una classe dirigente che avverte il segno dei tempi.


Vincenzo Cimino