Nicosia: richiesta di Consiglio comunale aperto su acqua bene pubblico

buco acquaNicosia. Il Consiglieri comunali: Luciana Spedale, Giusi Gentile, Maria Di Costa, Dario Scinardi e Ferdinando Zappia hanno chiesto l’indizione di un Consiglio aperto avente per oggetto la problematica: “acqua bene pubblico, diritto universale, indivisibile, inalienabile: iniziative da intraprendere”.
I firmatari della richiesta premettono che “la Società Acquaenna gestisce il servizio idrico integrato, essendo subentrata alla gestione dei Comuni e delle società di gestione ( tra queste ASEN, EAS , ecc.), in forza di convenzione (all n. 1) stipulata in data 19.11.2014 tra il Consorzio A.T.O. Ambito territoriale ottimale n. 5 di Enna e la Società Acquaenna. L’art. 1 della medesima convenzione, l’Autorità di ambito affidava in via esclusiva, ai sensi della delibera assembleare n. 7 del 08.10.2004, la gestione del servizio idrico integrato alla società Acquaenna, alle condizioni indicate nella convenzione, per una durata di anni 30. In forza della predetta convenzione il gestore si impegnava a gestire il servizio idrico integrato assumendo, ai sensi dell’art. 2, comma 3, ogni rischio e pericolo ; veniva inoltre autorizzato a percepire dagli utenti, come corrispettivo, di tutti gli oneri ed obblighi posti a suo carico, le tariffe ed i corrispettivi indicati nell’art. 16 della convenzione suddetta. In particolare il successivo comma 3 dell’art. 16, prevedeva che il gestore prendeva atto che i ricavi provenienti dall’applicazione di articolazione tariffaria costituiscono il corrispettivo totale del servizio idrico integrato e che, dunque nessun altro compenso poteva essere richiesto agli utenti per la fornitura del servizio medesimo. In forza di tale convenzione gli Enti locali mettevano a disposizione i beni e le opere pubbliche afferenti ai servizi stessi, mantenendo pur tuttavia, il controllo dei servizi affidati. Dal 2005, dunque, con esclusione di alcuni Comuni come Barrafranca, che non ha mai ceduto gli impianti ed Enna e Villarosa, che subentravano solo a fine del 2006,la società Acquaenna subentrava “di fatto” nella gestione del servizio idrico integrato ai Comuni e agli enti gestori, in regime di monopolio, nei rapporti con gli utenti. La Regione non può autorizzare un Piano Regolatore Acquedotti che mortifica ancora il nostro territorio. Infatti il piano proposto predilige le risorse gestite da SICILIACQUE e obbliga i Consorzi d’Ambito all’acquisto delle partite d’acqua dalla stessa Siciliacque”.
Quanto sopra in considerazione che “l’art. 49 della legge finanziaria 2010, ha espresso un indirizzo volto alla ripubblicizzazione del SII in Sicilia, affidando all’assessorato all’energia ed ai servizi di pubblica utilità, in applicazione del succitato articolo, la verifica del rispetto dei contratti sottoscritti dai gestori degli ATO, che potranno essere rescissi “per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero, nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario”; valutando la possibilità di riaffidare la gestione del S.I.I. ad un soggetto pubblico, in conformità con quanto statuito dalla nuova legge regionale n. 1972015 “disciplina in materia di risorse idriche; il costo dell’acqua in provincia di Enna appare il più alto in Sicilia ed uno tra i più alti in Italia; in particolare nelle recenti bollette vengono riportate delle voci “ deposito cauzionale e partite pregresse” della cui legittimità è doveroso dubitare, se non altro per ‘intervenuta prescrizione delle partite pregresse per gli anni 2005-2010; la società gestore Acquaenna ha posto in essere atteggiamenti vessatori nei confronti degli utenti, minacciando preavvisi di sospensione dell’acqua, bene pubblico, anche per importi di piccola entità; è necessario, che ai sensi della Carta dei servizi vengano pubblicate periodicamente le risultante sulle proprietà dell’acqua e della sua rispondenza alle caratteristiche richieste dalla legge per la destinazione ad uso potabile”.
Quindi per come premesso, chiedono la convocazione di un Consiglio comunale aperto alle Associazioni rappresentative degli utenti-cittadini per impegnare il sindaco e l’amministrazione a porre in essere tutti gli atti necessari e conseguenti al fine di :
1. modificare lo statuto del comune di Nicosia , inserendo, in ossequio all’art. 1 della legge regionale n. 19/2015, il seguente articolo:
“il comune di Nicosia riconosce il diritto umano all’acqua e l’accesso all’acqua potabile come diritto individuale e collettivo, universale, inalienabile, bene comune pubblico necessario per il soddisfacimento dei bisogni individuali e collettivi, non assoggettabile a finalità lucrative e a ragioni di mercato.
2. chiedere al Presidente della Regione, in conformità all’art. 12, comma 1, di nominare con decreto una commissione per verificare gli inadempimenti contrattuali di Acquaenna, relativi al mancato pagamento dei canoni di concessione degli impianti, al reale funzionamento del depuratore, allo stato degli investimenti, come da piano d’ambito, alla mancata pubblicizzazione delle risultanze delle analisi sull’acqua, come previsto dalla carta dei servizi .
Tale Commissione dovrà predisporre, ai sensi del comma 4 del citato art. 12, un relazione scritta sulla base degli inadempimenti contrattuali, chiedendo, laddove ricorressero i presupposti, entro 90 giorni, una proposta di risoluzione anticipata della convenzione.
3. intraprendere le azioni politiche e legali nei confronti del nuovo Commissario dell’ATO idrico di Enna ed in particolare:
· Chiedere la convocazione straordinaria ed urgente dell’Assemblea dei Sindaci al fine di fare annullare in autotutela la delibera n. 2 del 26.06.2015 di presa d’atto dell’accordo bonario del 25.06.2015 sottoscritto tra l’ATO idrico ed Acquaenna
· Valutare impugnazione dell’accordo bonario
4. adottare un’ordinanza per impedire alla società Acquaenna S.C.P.A. di eseguire i distacchi totali agli utenti morosi e la concomitante sospensione della erogazione dell’acqua, sulla base di :
a)organizzazione mondiale della sanità, che stabilisce che il fabbisogno minimo giornaliero per persona di acqua è di cinquanta litri al giorno pro-capite;
b) art. 2 della Costituzione, che assicura ai cittadini i diritti inviolabili;
c) art. 50 del TUEL, d.lgs. 267 del 18/08/2000, secondo il quale il Sindaco, in ambito locale, può adottare ordinanze per salvaguardare l’igiene pubblica.
5. proporre ai deputati regionali della Provincia di Enna la presentazione di un emendamento all’art. 10, comma 2, “al fine di garantire la fornitura minima di erogazione del quantitativo minimo vitale dell’acqua, pari a 50 litri giornalieri per persona, in caso di morosità, a tutti i cittadini, e non solo ai soggetti di cui all’art.10, comma 2”;
6) invitare Acquaenna Scpa ad istituire apposito Fondo di solidarietà a sostegno dei soggetti meno abbienti, ai sensi dell’art. 4, comma 12, della legge n. 19/2015”.