Piazza Armerina sceglie Catania. Quali effetti collaterali?

piazza armerina palio normanniIn attesa di capire come verrà modificata la legge siciliana di riforma dell’ente intermedio alla luce dell’annunciata impugnativa del Consiglio dei Ministri, proviamo a ragionare sugli effetti del deliberato abbandono del Comune di Piazza Armerina dal “libero Consorzio comunale” di Enna. Ne parliamo con Massimo Greco.

Piazza Armerina è andata con Catania, adesso che succede?

Tutto dipenderà dalla natura giuridica dei nuovi enti intermedi concepiti dal legislatore regionale. Se i “liberi Consorzi comunali” saranno individuati quali enti non territoriali di governo, come prescrive l’art. 15 dello Statuto speciale, potrebbe non accadere nulla di rilevante, trattandosi di semplici adesioni a enti strumentali dei Comuni per l’esercizio associati di funzioni. Se invece dovesse passare il bluff operato dal legislatore, che ha sostanzialmente istituito nuovi enti territoriali di governo mascherandoli col nome di “liberi Consorzi comunali”, i contraccolpi sulla geografia istituzionale dei territori saranno inevitabili.

Perché?

Perché il distacco di un Comune dal “libero Consorzio comunale” di provenienza, nel caso di un ente territoriale di governo dotato di copertura costituzionale, incide su due degli elementi costitutivi del processo identitario di una comunità locale: popolazione e territorio. Di conseguenza il terzo elemento costitutivo (la sovranità) che rappresenta l’apparato istituzionale, non potrà non risentirne. La dimostrazione di questo assunto è che la variazione territoriale verrà sancita da una specifica previsione legislativa. La sovranità (verticale), come già detto in altra occasione, esercita la propria funzione in forza di un patto sociale che richiede un equilibrio tra tutte le componenti costitutive della comunità locale. E’ ovvio che al variare del dato demografico e territoriale deve corrispondere una variazione delle articolazioni istituzionali attraverso le quali viene esercitata la sovranità.

Quindi dobbiamo prepararci ad un effetto domino?

Non è scontato perché ogni livello istituzionale sta facendo la propria spending review secondo propri parametri, tuttavia bisogna prendere atto che con la fuoriuscita di Piazza Armerina la popolazione legale del “libero Consorzio comunale “ di Enna scende da 177 mila a 151 mila abitanti. Al di là delle valutazioni politiche che ne derivano in termini di desertificazione progressiva delle aree interne a vantaggio della aree metropolitane, bisogna tenere conto di un dato tecnico. Le dotazioni organiche di tutte le Pubbliche Amministrazioni vengono redatte sulla base del dato demografico e del dato territoriale. Quindi, nessuno si meravigli se dalle periodiche rideterminazioni di queste emergeranno delle eccedenze di risorse umane.

Nello specifico cosa accadrà, ad esempio all’ospedale di Piazza Armerina visto che l’Azienda Sanitaria ha in corso di elaborazione il nuovo Atto aziendale?

Al momento non accadrà nulla perché le giurisdizioni territoriali delle aziende del servizio sanitario regionale sono individuate espressamente dalla legge. E quindi l’Atto aziendale, in assenza di una modifica legislativa, non potrà non rispettare lo status quo. In sostanza ci saranno enti periferici della Regione o dello Stato che potranno subire spostamenti con una semplice delibera dell’organo di governo, altri che necessiteranno del veicolo legislativo. E’ un problema che si porrà inevitabilmente all’attenzione di chi in questo momento sta decidendo, senza un disegno ordinato ed armonioso, le sorti della Repubblica.

Anche i collegi elettorali ne risentiranno…

Certamente, proprio nei collegi elettorali il dato demografico è il fondamento del principio democratico di rappresentatività. Se il collegio elettorale per la prossima elezione dei Deputati alla Camera è cristallizzato al dato della popolazione legale dell’ottobre 2011, lo stesso non può dirsi per quello regionale. La rappresentanza politica sarà quindi proporzionalmente ridotta.

Ci sarà un effetto domino anche per le organizzazioni private?

Tutte le organizzazioni esponenziali della società civile (ordini professionali, partiti politici, sindacati, associazioni di categoria, enti bilaterali, organizzazioni di tendenza ecc..), appartenenti alla cosiddetta sovranità orizzontale, non sono obbligate ad armonizzare le proprie giurisdizioni domestiche alla nuova geografia, del resto alcune organizzazioni si sono già strutturate su ambiti sovra provinciali; ciò non toglie che nell’esercizio delle rispettive autonomie statutarie si possa decidere di far coincidere i rispettivi confini con quelli della nuova articolazione istituzionale. La Curia vescovile, divisa tra Enna e Nicosia, è la dimostrazione plastica di questa potenziale variabilità.