Giuseppe Regalbuto su sistema ATO: Corte Conti a far pagare abusi ai veri responsabili

Rifiuti spazzaturaGiuseppe Regalbuto rivolge la sua attenzione sul problema ATO Rifiuti, che continua a non risolvere niente, ma in compenso aumentano i debiti ed in questi giorni circolano voci, pare che la società, da anni in liquidazione, stia organizzando corsi costosi per i dirigenti, dopo aver aumentato il livello e l’indennità a qualcuno di essi. “Dura condanna a tutti quegli ATO – dichiara Giuseppe Regalbuto – che intendono aumentare le tariffe per pagare gli stipendi, basta furbate, per assorbire gli ex dipendenti ATO, prima bisogna chiarire che faranno e quando costeranno”. Si parla in Sicilia di circa 11 mila dipendenti dei vecchi ATO, di cui solo una parte, circa 100 dirigenti, e sono proprio questi che realmente fanno lievitare i costi rispetto alla gestione che avevano prima i Comuni. “Non si può fare una semplice anagrafe – spiega Regalbuto – dei vecchi dipendenti e assorbirli. La nuova SRR deve tenere conto degli oneri complessivi per il personale, che dovranno essere coperti dalle entrate del piano tariffario, in modo che la tariffa garantisca il principio di economicità del piano industriale, incluso il costo del personale. Non si possono aumentare le tariffe per coprire i dirigenti dell’ATO”. Per Regalbuto prima di tutto va bandito un concorso pubblico, visto che il servizio è pubblico poi va data solidarietà, e non solo, a tutti i lavoratori che giornalmente sono impegnati per pulire i paesi. Un lavoro duro che viene svolto con dignità anche se da diversi mesi non vengono pagati, anzi non sono mai stati pagati regolarmente, lavoratori che meritano uno stipendio quando meno superiori ai dirigenti. Giuseppe Regalbuto si augura che la Corte dei Conti provveda immediatamente a far pagare gli abusi ai veri responsabili. Non possono pagare sempre i cittadini già tartassati dalle bollette e, purtroppo, senza neanche avere il servizio in cambio e che la Procura intervenga in questo annoso problema. Uno scempio che da quasi dieci anni attanaglia la Provincia di Enna.