Sindaco Armando Glorioso: “la classe politica ha creato dei mostri in particolare gli Ato Rifiuti”

Enna. Si è giunti all’ingovernabilità del sistema dei rifiuti, fa presente Massimo Greco, in uno dei suoi tanti editoriali che la gestione del servizio integrato per la raccolta dei rifiuti per ambiti territoriali in Sicilia è nata male e rischia di finire peggio. Una delle concause che contribuisce non poco ad inceppare il sistema è l’assenza di controlli sia interni che esterni. Sul versante dei controlli esterni è singolare assistere alla disarmante (non) azione della Regione che, nonostante i reiterati commissariamenti. Sul versante dei controlli interni – specifica Greco – si registra il picco maggiore, atteso che i Sindaci, al netto delle sporadiche partecipazioni alle adunanze assembleari, continuano a non esercitare i poteri che le normative assegnato loro nella qualità di soci.

Ieri pomeriggio i sindaci si sono riuniti a Catenanuova, ne abbiamo voluto parlare con il primo cittadino di Nissoria, che ha una lunga memoria storica sulle “governance” dei rifiuti in provincia di Enna.
nissoria-armando-glorioso-barbiereArmando Glorioso ha così sintetizzato gli ultimi eventi:

“La riunione è stata voluta dal Sindaco di Enna che la volta scorsa aveva convocato “irritualmente” una Conferenza di Sindaci dimenticando che lo stesso giorno si combatteva a Palermo per la difesa dell’Oasi di Troina, io non ci andai.
E’ stata una dimenticanza – pare – anche comprensibile visto lo stress a cui siamo sottoposti – da parte del Sindaco Dipietro che avrebbe fatto bene quel giorno ad essere a Palermo. Così mi sono permesso di farglielo notare in una nota che ho inviato a tutti i colleghi Sindaci dal tenore leggermente polemico, lo confesso.
Dipietro – confesso – me le fa girare, con quella sua area saccente da avvocato e da primo della classe. Mastica di continuo le parole questura, procura, prefettura, una litania da paladino della legalità, salvo poi non essergli piaciuto quello che il Commissario regionale e il Collegio di liquidazione avevano siglato l’altro giorno insieme ai sindacati provinciali riguardo al pagamento degli stipendi degli operai e degli impiegati dell’Ato, proprio davanti al Vice Prefetto, dott.ssa Giallongo.
Oggi pomeriggio, infatti, siamo stati convocati, questa volta ci sono andato, dal Dott. Di Mauro, Presidente del Collegio di Liquidazione, presente anche il Commissario regionale, dott. Eugenio Amato, per parlare proprio di questo accordo o presunto tale.
L’accordo prevedeva il pagamento del 70% degli stipendi in maniera lineare a tutti, per potere pagare a partire da Gennaio tutti i dipendenti compresi gli impiegati, in arretrato da parecchi mesi.
Nei giorni precedenti gli impiegati avevano scioperato e impedito il pagamento degli stipendi degli operai dei cantieri. Così la Prefettura convocando il tavolo delle parti ha pensato giustamente di risolvere il problema dei mesi arretrati per gli impiegati.
Ma l’accordo chiaramente non è piaciuto agli operai, perché naturalmente un taglio lineare del 30% va a penalizzare coloro che percepiscono uno stipendio più basso, per cui sarebbe stato saggio prevedere una soglia di franchigia per i redditi sotto i mille euro almeno.
Si è bloccato il cantiere di Enna e il Sindaco Dipietro è andato comprensibilmente su tutte le furie prendendosela con il Collegio di Liquidazione e il Commissario regionale e indirettamente anche con noi colleghi Sindaci che abbiamo eletto questo ultimo Collegio di Liquidazione, un anno e mezzo fa circa.
Comprendo la rabbia del Sindaco di Enna, ma le accuse fatte sono state ingiuste, poiché l’Assemblea dei Sindaci negli ultimi due anni insieme al Collegio di Liquidazione ha lavorato per tirare fuori dal guado l’Ato, partendo da una situazione disastrosa.
L’attuale Assemblea dei Sindaci ha portato alla luce quanto nel passato veniva nascosto dai vari amministratori che si sono succeduti, avendo adesso contezza della montagna di debiti cumulati e di tutti gli errori che si sono consumati.
Il Sindaco Dipietro avrebbe dovuto avere maggiore riguardo per l’attività dei suoi colleghi Sindaci fatta negli ultimi due anni (alcuni Sindaci combattono da molti più anni), ma soprattutto sbaglia quando invoca, non comprendo perché, l’intervento della Magistratura e della Questura, peraltro ampiamente illuminate, mi risulta, dall’attuale Collegio di Liquidazione. Sbaglia anche quando invoca di portare le carte in Tribunale e dichiarare il Fallimento della società Enna Euno Spa. Più fallita di com’è ? Sostituendo gli attuali liquidatori, che hanno ormai in un anno e mezzo inquadrato la situazione, il nuovo liquidatore nominato dal Tribunale non potrebbe fare certamente meglio, posto che comunque la gestione finanziaria della società è in capo alla Regione siciliana per mezzo del Commissario regionale che rimarrebbe in carica.
Il Fallimento della società Enna Euno Spa metterebbe a rischio l’occupazione per tutti i lavoratori della società, oltre 400, e questo non mi sembra un buon obiettivo da raggiungere!
Il Collegio di Liquidazione invece ha presentato una proposta di riduzione dei costi chiedendo dei sacrifici ad alcune categorie di lavoratori in alternativa al licenziamento. Questa, secondo me, è la strada da percorrere.
I Sindacati devono collaborare, perché è meglio perdere una parte dello stipendio che tutto lo stipendio.
Anche i lavoratori, soprattutto gli amministrativi, che sono un po’ il pomo della discordia, si devono rassegnare all’idea che è meglio perdere un dito che l’intera mano!
Dunque, abbiamo dato incarico (n.d.r.: nella riunione di ieri sera), con tempi precisi (15 gg), al dott. Di Mauro e al Dott. Ginevra di parlare subito con i lavoratori amministrativi e chiedere loro di concordare una riduzione degli stipendi. In molti casi sarà possibile senza grandi traumi! Qualcuno guadagna onestamente troppo rispetto alla mansione svolta e professionalità posseduta. Per quanto riguarda gli operativi dovrebbero tutti prendere lo stesso stipendio, senza differenza tra comunali e non comunali.
Se il Collegio di Liquidazione non riuscirà nell’intento di ridurre i costi, con una proposta accettabile per tutti, temo che dovremo dare ragione al Sindaco di Enna, Dipietro, che propone allora di mollare la baracca consegnando le carte alla Sezione Fallimentare, ammesso che se le prendano.
Io non avrò difficoltà ad ammettere eventualmente di essermi sbagliato, mi dispiacerà solo per tutti i dipendenti che noi Sindaci abbiamo provato a salvare, perché la provincia di Enna ha già avuto tanti torti e tante sofferenze, per colpa non dei lavoratori, ma di una classe politica che non ha saputo frenare i propri istinti spingendo il sistema della clientela oltremodo, così trasformando in vittime coloro che dovevano essere invece i beneficiari.
La classe politica nazionale e regionale priva di cultura di Governo, lontana ormai mille miglia dai bisogni e dalla comprensione dei cittadini, ha creato dei mostri giuridici, in particolare gli Ato Rifiuti, dove regna una confusione giuridica e una serie di conflitti creati per legge dove i Sindaci si ritrovano tra l’incudine e il martello, clienti e fornitori allo stesso tempo di se stessi.
Come clienti, anche in rappresentanza dei propri concittadini, vorrebbero un servizio della spazzatura che costasse poco, come soci dell’Ato Enna Euno Spa e fornitori, hanno invece il problema di come pagare gli operai e gli impiegati perché esiste un gap tra quanto deliberato dal Comuni e quanto necessario a far funzionare la macchina, di quasi dieci milioni di Euro l’anno.
Un sistema assurdo. E’ per questo che non ho mai accettato di fare l’Amministratore di questa azienda, ma mi sono limitato a fare delle battaglie affianco ai miei colleghi Sindaci mettendo a disposizione le mie modeste conoscenze aziendalistiche, per cercare di salvare il più possibile capre e cavoli. Chiunque si è cimentato in questo compito non ci è riuscito, ma ha la mia stima per averci provato! E per aver avuto il coraggio.
La vecchia politica pensava che i debiti si potessero trasferire indefinitamente nel futuro. Purtroppo non era così. I Comuni e i cittadini stanno già pesantemente pagando le scelte sbagliate dei decenni passati. Cosa vuole che dica di più!”.