Il documentario “Trashed” apre la II edizione del Cineforum di Nicosia

Jeremy IronsNicosia. In questo particolare momento storico, dove una società può dirsi civile solo se sa come fronteggiare lo smaltimento dei propri rifiuti, un film può fare da monito potente alle fragili coscienze consumistiche che oramai impersoniamo nella quotidianità. E’ partita venerdì sera, presso il Cineteatro Cannata, la seconda edizione del “Cineforum” organizzata dal Circolo F.I.C.C. Nicosia “Uscita di Sicurezza” con la collaborazione di alcune associazioni locali fra le quali il Movimento per la Difesa dei Territori, e patrocinato dal Comune di Nicosia.
“Trashed” per la regia di Candida Brady, è stata la prima proiezione del ciclo di docu-film che consta di cinque appuntamenti in tutto (il già citato “Trashed”; “Alicudi nel Vento” di Aurelio Grimaldi il 18 Marzo; “Mr. Turner” di Mike Leigh il 22 Aprile, “Il Sale della Terra” di Wim Wenders il 6 Maggio; “Taxi Teheran” di Jafar Panahi il 20 Maggio; tutti alle ore 20.45). La pellicola è dedicata al tema caldo dello smaltimento dei rifiuti, che azzoppa ogni amministrazione e trova l’apice nello scandalo delle regioni del sud Italia, più come pregiudizio esterofilo che come realtà dei fatti, perché come si evince dalla pellicola, il problema è di proporzioni gigantesche anche in stati autorevoli del nord Europa quali l’Inghilterra.
A precedere la proiezione del documentario, un breve dibattito apertosi con l’intervento del sindaco Luigi Bonelli, che ha riassunto il lavoro sinora svolto per cercare di allineare il paese ai dettami delle leggi vigenti in materia di smaltimento e differenziata; leggi punitive e coercitive, che però trovano spazio di applicazione nella collaborazione tra istituzioni e cittadini. Particolarmente importante il momento in cui lo stesso Bonelli sé è rapportato con un altro sindaco, quello del virtuoso comune di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, un giovane dottore in Giurisprudenza che dal 2011, anno della sua elezione, che ha iniziato nel suo paese una vera e propria ‘eco rivoluzione’.
Un ambizioso, quanto per alcuni utopico, progetto (B.E.L.L.O. Bacino Ecologico Lento Laboratorio Creativo) atto alla riqualificazione ambientale del comune e all’avvio di un circolo virtuoso che parte dalla differenziata casalinga e culmina nella messa in opera di una Ecostazione di riciclo e riutilizzo dei rifiuti che coinvolge tutti i cittadini; una Casa del Compost che rappresenta un importante supporto all’agricoltura locale e altre iniziative attinenti alle energie alternative, all’edilizia scolastica e al turismo lento ed ecosostenibile. Puntuali gli interventi di tecnici ed esperti del settore ecologia e sviluppo, e più precisamente: Emma Schembari giurista ed esperta di diritto ambientale impegnata a livello nazionale nelle governance che si occupano di ambiente, riciclo, tutela e salvaguardia di siti di pregio e del territorio in generale, nonché consulente di diverse amministrazioni siciliane per la salvaguardia ambientale e culturale, tra cui la Valle degli Iblei. Danilo Pulvirenti chimico e consulente ambientale padre della prima Casa del Compost creata proprio a Ferla e presidente dell’Associazione Rifiuti Zero Sicilia. Giuseppe Claudio Di Getano ispettore di qualità per i consorzi Conai e attuatore del principio “Aziende a rifiuti ZERO”.
Ognuno di loro ha chiaramente espresso le difficoltà che una serie di azioni di rieducazione esercitano nel cittadino che la impara e in chi impartisce la lezione della differenziazione, del riutilizzo e della capacità di vedere i rifiuti come risorsa e non solo come un costo; lavoro lungo e impervio ma che alla lunga dà i risultati sperati solo se costanza e amore per il territorio vanno a braccetto, permeata sempre da una costante visione del futuro non più gravata da scelte sciagurate delle nostre generazioni, che si distinguono da quelle del passato come in assoluto le più consumistiche e produttrici di rifiuti.
Le sequenze del documentario proiettato “Trashed” frutto del lavoro della regista Candida Brady e con la sensibile guida interpretativa di Jeremy Irons, hanno prospettato prima scenari apocalittici derivanti dalle sciagurate scelte degli ultimi cinquant’anni in materia di ‘smaltimento negli inceneritori’, discariche di fortuna o anche autorizzate in diversi punti del nostro pianeta, da territori depressi a civili stati moderni; e dopo, una serie di azioni di recupero e bonifica per quanto ormai fatto in passato, nonché un naturale approdo alla differenziata, al riutilizzo e al riciclo come unico mezzo di sopravvivenza su di un pianeta con materie prime finite che potremo solo riutilizzare e non creare ad oltranza artificialmente.
“Trashed”, documentario datato 2012, rappresenta causa ed effetto di scelte attuate per la crescita dell’umanità, a cui sono però sfuggiti di mano tutti i capisaldi di una serena convivenza con l’ecosistema che la ospita. Tuttavia, oggi si cerca a tutti i costi un’inversione di tendenza, che non è mera moda eco chic, ma chiaro bisogno di sopravvivenza a noi stessi.

Dina La Greca