Antiquarium di Valguarnera: il punto della situazione dell’ex Assessore Draià

Valguarnera Antiquarium“Ho riscontrato diverse incongruenza circa la reale condizione della biblioteca e dell’antiquarium comunale. Mi sembra doveroso, oltre che opportuno, offrire alcuni elementi di chiarezza che possano servire a comprendere la situazione attuale.
Innanzitutto occorre operare dei distinguo: la biblioteca, essendo d’istituzione comunale, dipende esclusivamente dalle scelte gestionali dell’Ente; l’antiquarium comunale, invece, contiene dei reperti archeologici sottoposti a tutela della Soprintendenza di Enna, che ne regolamenta l’utilizzo.
A seguito di un’analisi di fattibilità a suo tempo effettuata, che considerava anche l’ipotesi di destinare alla biblioteca alcuni dei locali di Palazzo Prato non assegnati all’associazione culturale che ancora oggi vi risiede, si preferì il loro accorpamento in modo da consentire all’Ente l’apertura al pubblico di una struttura di grandissimo valore artistico e culturale, quale è l’ex carcere mandamentale, operando al contempo una rivalutazione delle “periferie storiche” del paese, nel solco dell’intensa attività di risanamento che ha caratterizzato la passata amministrazione.
Lo spostamento della biblioteca, perciò, dipendeva solamente dalle scelte organizzative dell’Ente, che, attraverso un progetto provinciale finalizzato alla creazione di un unico polo bibliotecario, provvedeva ad attivare le procedure per la gestione in rete con il sistema denominato “Sebina”. In tal modo si attingeva gratuitamente alla formazione specifica per il personale e all’attrezzatura informatica.
Per la realizzazione dell’antiquarium, invece, era necessario ricercare il coinvolgimento della Soprintendenza di Enna, con la quale si conveniva sull’opportunità di istituire un apposito gruppo di studio dei reperti di nostra competenza territoriale, custoditi in una camera blindata del nostro Comune e presso i magazzini del Museo Varisano di Enna. Tali reperti erano stati rinvenuti nel territorio di Valguarnera in occasione delle due campagne di scavo di contrada Marcato dirette dall’archeologa Dott.ssa Enza Cilia, nel 1992, e dall’attuale soprintendente di Caltanissetta, l’archeologo Lorenzo Guzzardi, nel 1998.
Dopo una prima fase interlocutoria con la Soprintendenza di Enna e il Museo Varisano, concretizzatasi nella realizzazione del progetto per l’allestimento dell’antiquarium e nella elaborazione dello Statuto per la regolamentazione della struttura, che prevedeva i modi e i tempi di gestione dell’antiquarium secondo la normativa vigente (Codice dei Beni Culturali), si passava ad una fase operativa diretta allo studio dei reperti. In quella fase, il gruppo di studio, diretto dalla Dott.ssa Francesca Valbruzzi, della Soprintendenza di Enna, e composto oltre che dalla scrivente anche dagli archeologi Nicoletta Di Carlo e Andrea Arena, con il supporto scientifico della Prof.ssa Lucia Arcifa dell’Università di Catania e del Dott. Enrico Giannitrapani di Arkeos, riuscì ad inventariare e catalogare tutti i reperti. Tale attività, ovviamente, era necessaria per consentire la formalizzazione del prestito che la Soprintendenza di Enna ha concesso al Comune per l’apertura dell’antiquarium.
La scelta dei reperti da esporre avvenne secondo un preciso percorso didattico condiviso, concepito per mettere in mostra un arco cronologico che, dall’età del rame, con continuità, arriva fino al XVII secolo d.C.
La realizzazione, all’interno della struttura, di un laboratorio didattico, autofinanziato da componenti della giunta, è il cuore del nostro piccolo antiquarium di paese; quest’idea ha consentito la fruizione della struttura a diversi studenti elementari e medi per sensibilizzarli alle nostre origini mediante delle attività di laboratorio che prevedevano, fra l’altro, la realizzazione di piccoli oggetti in terracotta.
Inoltre, la struttura è stata visitata da diverse centinaia di persone in pochi mesi, come è stato possibile verificare dalle numerose firme apposte sul quaderno all’ingresso.
In definitiva, il processo di valorizzazione dell’antiquarium, iniziato alcuni anni fa dall’amministrazione Nocilla e proseguito con l’amministrazione Leanza, dovrebbe essere considerato quale fase intermedia di un percorso più ampio che potrebbe concretizzarsi nell’istituzione di un vero e proprio museo che possa contenere al suo interno i reperti di “competenza culturale” del nostro territorio. A riguardo, è depositato in Soprintendenza un progetto per il completamento delle ultime salette espositive.
Indubbiamente sarebbe un grosso peccato sprecare quanto fatto finora, perciò è auspicabile che l’entusiasmo più volte manifestato da questa amministrazione in diverse occasioni, possa rivolgersi anche verso queste questioni, che richiedono competenze specifiche da spendere nel confronto costruttivo con la Soprintendenza e col mondo della ricerca. Competenze da poter ricercare anche tra le autorevoli risorse culturali del nostro paese, come la Dott.ssa Enza Cilia e l’Archeologo Pierlugi Bonanno, che hanno offerto un contributo importantissimo alla riscoperta archeologica del territorio.
Infine, ho potuto constatare l’interesse, formalmente acquisito agli atti durante il mio assessorato, sia da parte della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Catania che dal Centro Nazionale di Ricerca CNR-IBAM, ad offrire il proprio contributo se solamente intravvedessero l’affidabile determinazione dell’Amministrazione nel proseguire sul lavoro fatto fin qui.
Il perdurare di una condizione di “stallo”, difficilmente tollerabile dalla Soprintendenza, porterebbe alla revoca del prestito, che va assolutamente scongiurata in quanto costituirebbe un pericoloso passo indietro nell’attività svolta in questi anni per valorizzare il patrimonio archeologico della nostra comunità.
Qualora l’amministrazione lo ritenesse opportuno, e al di fuori da logiche di sterile contesa politica, dalle quali sono sempre stata attenta a tenermi alla larga, sono assolutamente disponibile a fornire tutti gli elementi che non è possibile esprimere in queste poche righe, in modo da agevolare l’ente a riprendere i rapporti con l’organismo di tutela su presupposti di serietà che il caso impone”.

Eleonora Draià
Già assessore per i Beni Culturali
del Comune di Valguarnera