Autodromo Pergusa. Legambiente: nel futuro non c’è posto per la pista motoristica

Pergusa. Legambiente sul rilancio dell’Ente Autodromo: sembra il salvataggio di un Fort Apache oramai caduto, una sorta di accanimento terapeutico su di un paziente probabilmente già deceduto, disconoscendo peraltro un vecchio impegno alla delocalizzazione dell’impianto al di fuori dell’area tutelata.

Enna. Si riapre una vecchia “guerra”. Nei giorni scorsi la notizia sul l tentativo di regionalizzare la governance dell’Ente autodromo di Pergusa. Oggi una comunicazione ufficiale di Legambiente Sicilia, che così recita:
pergusa888“Leggiamo sulla stampa siciliana di un disegno di legge che l’Assessore Regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, avrebbe presentato circa il rilancio dell’Ente Autodromo di Pergusa attraverso un contributo regionale annuo di 400.000 euro e l’entrata nel Consorzio della Regione.
Le somme di fatto andrebbero a sostituire quelle fino ad ora attribuite all’impianto attraverso la famigerata Tabella H, svariati milioni di euro utilizzati per tenere in vita una struttura non più al passo con i tempi.
Prescindendo da valutazioni tecniche sulla obsolescenza e la scarsa appetibilità del vecchio impianto per gli sport motoristici, salta agli occhi come, ancora una volta, il Governo regionale dimostri di sottovalutare la Natura e le prospettive di sviluppo ad essa collegate.
Pergusa è un luogo naturalisticamente unico, un lago naturale creatosi da uno sprofondamento tettonico, con un minuscolo bacino endoreico, considerato dagli anni settanta così prezioso da essere inserito nella lista dei Biotopi d’Italia; è vincolato per il suo paesaggio, per le testimonianze storiche esistenti sulle colline che lo circondano.
Pergusa è una Zona di Protezione Speciale ZPS per la incredibile ricchezza della sua avifauna stanziale e migratoria, con un recente Decreto del Ministero dell’Ambiente del dicembre 2015 è diventata Zona Speciale di Conservazione – ZSC a livello comunitario, fa parte dei siti del Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark ed è una Riserva Naturale Speciale istituita con legge della Regione Siciliana.
Dinanzi questa sfilza di vincoli, dinanzi la stupefacente natura di un luogo unico al mondo, di un patrimonio universalmente riconosciuto, di un luogo mitico ricordato nelle pagine più importanti della letteratura classica, da Cicerone ad Ovidio, Claudiano e Dante, il Governo regionale pare emozionarsi solamente alla chimera di auto rombanti e bandiere a scacchi neri e bianchi.
Fa pensare poi la proposta di far entrare la Regione nella compagine societaria dell’Ente Consortile, da un lato per la evidente incoerenza con le dismissioni di enti e quote che la stessa Regione oramai sta operando a causa della gravissima crisi finanziaria, dall’altro per la situazione in cui versa proprio il Consorzio Ente Autodromo, con due dei soci scomparsi (la Camera di Commercio di Enna perché soppressa e l’ACI perché da lungo tempo in mora nelle quote), un terzo socio pronto a scomparire (la ex Provincia di Enna) e il quarto, il Comune di Enna, che ha decisamente ridotto la sua quota di contribuzione.
Sembra il salvataggio di un Fort Apache oramai caduto, una sorta di accanimento terapeutico su di un paziente probabilmente già deceduto, disconoscendo peraltro un vecchio impegno alla delocalizzazione dell’impianto al di fuori dell’area tutelata.
La visione del futuro turistico siciliano dell’Assessore Barbagallo appare ben diversa da quella che oramai non è solo la nostra ma è quella che muove i “motori” turistici mondiali, quella del turismo sostenibile, compatibile con la conservazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico.
Infine, nel comunicato, leggiamo addirittura di eventuali modifiche al tracciato, modifiche che non sarebbero realizzabili per la persistenza sui luoghi di vincoli strettissimi e insuperabili, così come dimostrato già da anni nelle vicende della ipotizzata variante.
Il futuro di Pergusa può e deve essere un altro, Legambiente è disponibile a confrontarsi in tal senso con l’Assessore Barbagallo ma con la ferma convinzione che nel futuro non c’è posto per la pista motoristica.