Mancanza di custodia nel sito di Pasquasia da quasi un anno: è allarme inquinamento

Caputo-PasquasiaE’ passato quasi un anno e il sito di Pasquasia è ancora senza custodia. A denunciarlo è il Presidente della Commissione per le miniere siciliane all’Urps Giuseppe Regalbuto. Nel sito ennese manca il sistema di controllo adeguato nonchè il personale. “Tanta è l’amarezza per la miniera di Pasquasia che, a distanza di un anno (quasi) dal dissequestro, rimane senza custodia” osserva Regalbuto “e che, come dicono in tanti, rimane un sito sensibile e ad alto rischio”. Secondo alcune indiscrezioni pare che non funzioni neanche il sistema delle telecamere interno ed esterno, tant’è che diversi mesi fa davanti lo spiazzale della miniera è stata ritrovata la macchina di una persona scomparsa di cui nulla si sa. La Commissione all’Urps, ente regionale, da anni si occupa di risolvere diverse problematiche che le miniere dismesse presentano. Rispetto al passato gli ultimi anni sono stati importanti per alcune miniere che hanno fatto la storia, come ad esempio Bosco Palo ma ancor di più Pasquasia, dove studi propendono che il sito sia produttivo per altri decenni e che dalla lavorazione degli scarti si possa produrre un materiale (magnesio metallico) richiestissimo a livello mondiale. Solfato Pasquasia 1In particolare il sito ennese, per diversi anni dimenticato dalla politica, ha ottenuto un finanziamento di circa 22 milioni di euro dal Ministero per la bonifica, ma dopo l’inizio dei lavori l’area è stata messa sotto sequestro da parte della Procura di Enna. Da un anno si è disposto il dissequestro. “Davanti al fatto concreto che l’Italkali ha chiesto di proseguire i lavori di estrazione con varie sentenze a proprio favore” spiega Regalbuto “attualmente non si fa altro che inquinare l’ambiente e danneggiare la salute delle persone”. A giorni Giuseppe Regalbuto come rappresentante Urps incontrerà diversi deputati regionali, fra i quali l’onorevole Marco Falcone e il Presidente della commissione antimafia Nello Musumeci. Mentre in altre parti d’Italia, sotto la lente della magistratura per reati di appalti, si è andato avanti nei lavori, in Sicilia, e soprattutto in provincia di Enna, si è subito e si continua a subire inquinamento correlato alla disoccupazione. “La Commissione Urps auspica che i lavori per la bonifica riprendano al più presto” conclude Regalbuto “ciò costituirebbe un definitivo passo avanti per un possibile avvio di produzione”.