Enna. Referendum: raccolta firme Coordinamento Democrazia Costituzionale, Anpi e M5S

Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, l’Anpi e il M5S della provincia di Enna, conclusa la prima fase che prevedeva la raccolta firme inerente i referendum per l’abolizione delle liste bloccate e per l’abolizione del premio di maggioranza, sono già al lavoro per programmare la campagna referendaria per il “No alla Riforma Costituzionale”. I responsabili del Coordinamento, Giulia Giadone e Renzo Pintus, e del M5S, Filippo Cammarata e Fabrizio Trentacoste, nel denunciare gli ostacoli palesi e occulti frapposti alla raccolta firme per i due referendum abrogativi, si dicono soddisfatti per le duemila firme raccolte, “non senza difficoltà –dicono- e solamente in otto dei venti comuni dell’ennese, superando quindi ampiamente il target richiesto alla provincia”.
Trentacoste Giadone Pintus Cammarata
“E’ stato uno sforzo eccezionale – dicono Giadone e Pintus-, se consideriamo i modesti mezzi a nostra disposizione, le mistificazioni, i ricatti dell’establishment e l’assenza di informazione da parte di certi gruppi di potere dominanti dell’informazione stessa. L’impegno di decine di volontari è di grandissimo valore. Si è parlato con i cittadini, nel merito, della riforma della legge elettorale e delle modifiche costituzionali, volute dal governo e oggetto del referendum il 4 ottobre. Siamo convinti che con la vittoria del No alla riforma costituzionale si dovrà rivedere anche l’Italicum, pensato esclusivamente per la sola camera dei deputati e togliendo al senato la natura di assemblea elettiva”. Abbiamo registrato –aggiungono- da parte dei cittadini un forte sentimento di malcontento nei confronti di queste scelte autoritarie e per la mancanza di attenzione ai bisogni sociali. Non solo. Abbiamo registrato soprattutto una mancata presa di coscienza da parte di istituzioni e organismi sociali, politici e sindacali che avrebbero gli strumenti per rendersi conto della gravità della situazione e che però non si sono assolutamente attivati”. “Anche se paradossalmente questo modello di legge elettorale, l’Italicum, stando agli ultimi sondaggi, potrebbe favorire il Movimento 5 stelle –affermano Cammarata e Trentacoste-, noi diciamo no per una questione di principio. La riforma Renzi-Boschi deprime la democrazia e rappresenta una pericolosa deformazione della nostra carta costituzionale, sulla quale pende la spada di Damocle dell’Italicum che finge di aggirare, con trucchetti di facciata, l’incostituzionalità del Porcellum ma consente, in realtà, di consegnare il governo a una netta minoranza”.

Giacomo Lisacchi


Foto da Sx Trentacoste, Giadone, Pintus e Cammarata

In riferimento all’articolo di cui sopra, sul Referendum costituzionale, la presente per precisare che il Sig. Filippo Cammarata non ricopre alcuna carica di responsabile del M5S, né ad Enna (dove è stato espulso) né in altro comune della provincia. Si precisa, altresì, che per regolamento interno “Possono parlare in nome e per conto del M5S solo gli eletti ricoprenti cariche istituzionali ed i referenti o coordinatori eletti dall’assemblea di un meet up riconosciuto a cui è stato rilasciato l’utilizzo del simbolo del M5S”. Ad Enna, dunque, tali portavoce sono Davide Solfato e Marilina Frattalemi, consiglieri comunali eletti, e Fabrizio Trentacoste e Paolo Vaccaro, coordinatori attualmente in carica del meetup di Enna.

Prendiamo atto della precisazione dei responsabili del M5S e ci scusiamo per la nostra imprecisione.