Del ritorno degli Arabi e del silenzio di gomma dei cittadini di Aidone

moscheaFerve in questi giorni l’attivismo dei comitati cittadini, di Piazza Armerina e Valguarnera, nati per contrastare l’iniziativa dei sindaci delle loro città e di quello di Aidone che a maggio hanno firmato il famigerato accordo per la costituzione del centro di cultura islamica King Salman. I due comitati ne chiedono fortemente la revoca con un atto ufficiale. La questione è arcinota ma, proprio quando sembrava cosa fatta, i sindaci Drajà e Miroddi, riluttanti a presentarsi a discuterne nella sede naturale del consiglio comunale, pilatescamente hanno affermato che non c’è nulla da discutere perché trattasi di “carta straccia”. Tale lo renderebbe la mancata firma del Soprintendente ai Beni Culturali di Enna. Di quest’ultimo è stata resa pubblica la lettera, indirizzata al presidente del Consiglio, ai ministri degli Affari esteri e dell’Interno e ai sindaci dei comuni interessati, dalla quale si evince che, dopo essere stato consultato nella prima fase, suo malgrado si è ritrovato citato tra i “contraenti” pur non essendo di sua competenza l’avvio della procedura. Alla fine l’accordo stipulato tra cinque comparenti, nella copia che è circolata sugli organi di informazione, risulta firmato solo dai tre sindaci. Mancano oltre alla firma del dottore Gueli anche quella del dott. Ahmed Saeed Badrais, rappresentante del governo saudita. Una “carta straccia” che non spiega tutto il peso dato finora alla vicenda, l’uso strumentale che se ne è fatto mettendo i nostri paesi al centro dell’attenzione di tutta l’Italia. Sui giornali nazionali, sui tg, sulle trasmissioni di vario genere Lacchiana e Miroddi si sono affrettati a decantare i grandi vantaggi e le milionarie ricchezze che pioveranno sulla nostra dissestata economia.

Assordante e inspiegabile appare all’esterno il silenzio di Aidone, soprattutto se si pensa alle battaglie civili ingaggiate dai suoi cittadini in altre occasioni e portate avanti con tenacia e determinazione. La questione degli arabi non appassiona gli aidonesi forse perché nessuno ci crede, a molti è apparsa come l’ennesimo coniglio tirato fuori dal cilindro del sindaco per giustificare l’assoluta inerzia nell’amministrazione del paese. Un altro tra i meriti millantati dal sindaco come quello della partecipazione all’Expo di Milano che ha portato quest’anno moltitudini di turisti tali che il paese non è riuscito neppure a contenerli, o come la ripetuta inaugurazione del Centro multifunzionale “Rocca di Cerere Factory” mai aperto al pubblico. Intanto restano irrisolti i problemi veri, primo fra tutti quello della nettezza urbana. L’area dei servizi in contrada Canalotto, che ospita il mercato settimanale, inaugurata di recente, è diventata una vera e propria discarica; il servizio di raccolta porta a porta, fatta in modo molto irregolare e imprevedibile, induce gli utenti a conferirvi i propri rifiuti piuttosto che tenerli appesi per strada preda dei numerosi cani randagi e sentine di essenze maleodoranti. Resta irrisolto il problema dell’acqua di cui tutto si può dire tranne che sia potabile, al danno di una bolletta carissima si aggiunge la beffa di dovere comprare l’acqua minerale in bottiglia anche per cucinare…

Qualche considerazione sull’accordo con gli arabi

Ma torniamo all’Intesa, l’Accordo d’intesa per la costituzione del King Salman Cultural and Arcitectural Islamic Arabic Center” come viene definito nella delibera di giunta del Comune di Aidone –d.g.c. n.73 del 4 maggio 2016- .

Leggendo il testo di questo accordo ci si chiede come qualcuno abbia potuto prenderlo sul serio; lo stile contorto, gli strafalcioni, le inesattezze palesi e le certezze fantasiose, la sintassi improbabile ne fanno un testo che non ha la minima dignità di un atto pubblico. In premessa veniamo a conoscenza dell’impellente ed improrogabile bisogno che noi tutti abbiamo di conoscere la storia islamica per conoscere meglio noi stessi. L’incipit: “Oggi è più che mai necessario studiare la storia islamica della Sicilia antica e ciò risponde all’antica domanda ‘conosci te stesso’ che il Popolo siciliano non si pone, ma di cui intuisce tutta la profondità negli usi secolari che lo contrassegnano (sic!) –e perché solo quella araba che è stata pure la più breve tra tutte le dominazioni, perché non i bizantini/greco/turchi o gli svevi/tedeschi o gli spagnoli/catalani? Alla prima affermazione segue una farneticante “Riprendere gli studi, vuol dire conoscere e far conoscere l’essenza della lingua della cultura materiale ed immateriale che gli arabi recarono in Sicilia, creando le condizioni nel medio e nel lungo periodo, per una graduale integrazione”!? Essenza della lingua araba? Integrazione con chi e di chi? Ecco quindi l’esigenza di costruire a Valguarnera una moschea “che diverrebbe la seconda ufficiale e costruita a regola d’arte e porterebbe una vasta eco internazionale specie nel quadro geopolitico attuale”.. Ma di che stiamo parlando? Il tono del documento e tutto così, di quali esperti si sono serviti per stilarlo? I sindaci l’hanno letto prima di firmarlo? Valguarnera è vicina all’autostrada e all’outlet di Dittaino, ergo è la location ideale per la più grande moschea, il più grande campus universitario islamico, e immaginiamo alberghi e campi da golf per i ricchi turisti arabi frequentatori dell’Outlet e visitatori della grande moschea carapipana e di quella antica aidonese! Già, abbiamo scoperto che ad Aidone c’è una moschea antica che, insieme a quella di Enna (?), sarà restaurate con i petrodollari! “È prevista l’“Acquisizione della moschea di Aidone; in alternativa acquisizione della concessione d’uso e sfruttamento turistico in cambio di progetto di valorizzazione e restauro del sito”. Quale antica moschea è stata mostrata alla delegazione saudita nella corso della visita aidonese? Di che stanno parlando? Secondo lo storico locale Gioacchino Mazzola tracce di un precedente insediamento arabo, che si potrebbe configurare come moschea, sono contenute nella chiesetta di Sant’Antonio Abate (meno di cinquanta posti a sedere!) e in quella di Sant’Anna. E allora? Da chi le acquisiscono? Dalla Curia? Da quando in qua si vendono le chiese cristiane per trasformarle in moschee? L’approccio è questo: tutto si può vendere e comprare. Così i volumi della Biblioteca (di quale? quella di Aidone? di Piazza Armerina?) saranno acquisiti per essere digitalizzati e venduti online (sic!), ma perfino “le fonti relative alla Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari” sono da acquisire e revisionare alla luce delle nuove scoperte archeologiche… e c’è anche la “costruzione di un campo fotovoltaico da 260 KW per alimentare il centro e trarne un reddito per la sua gestione”, di una Spa, di un campo di calcio/tennis, l’acquisizione e il restauro del castello dei Gresti, campagne di scavi, costruzione di un magazzino/laboratorio di restauro… e così via.

Tirando le somme

Vista così quindi la cosa sembrerebbe del tutto innocua, “una mera dichiarazione di intenti”, una bolla di sapone che si è già sgonfiata, ma quelli che l’hanno voluta si arrenderanno? Il timore di coloro che si sono costituiti in comitato è proprio questo, quanti hanno messo gli occhi sul nostro territorio, chi per coltivare interessi economici ed aumentare il proprio giro d’affari, chi perché vi ha visto il centro strategico da cui irradiare il proprio verbo e la propria cultura, troveranno purtroppo sempre orecchie attente e ben disposte in un territorio affamato come il nostro. Nell’imperante clima complottistico della realtà vi si possono vedere trame occulte e interessi poco chiari che non vanno sottovalutati, quello che è certo è che dovremmo guardare con molto sospetto l’inquietante l’assalto al nostro patrimonio da parte di arabi, cinesi, russi, che pure viene invocato e spacciato come investimento, opportunità, risorsa. Pecunia non olet, i soldi non hanno odore: ai nostri sindaci, paladini delle libertà, non puzza per nulla prendere i denari dalle mani dei monarchi meno liberali (è un eufemismo naturalmente) del mondo; e qualcuno di loro, visti i fattacci di Valguarnera con i il divieto ai fotografi di riprendere l’emiciclo durante la seduta consigliare, le espulsioni dei cittadini che protestavano, il modello saudita non dispiace proprio!

È inquietante anche il fatto che mentre gli altri due sindaci in qualche modo hanno scaricato atto e responsabilità, il soprintendente se n’è tirato fuori completamente, dagli arabi non si sente battere colpo, il sindaco di Aidone è rimasto a proteggere il fortino; dopo l’esposizione mediatica iniziale in cui ha dato in pompa magna l’annuncio e l’ha raccontato urbi et orbi, ora si è chiuso nel silenzio, forse ci crede ancora? Ci crede lui o i suoi mentori?

 

Franca Ciantia