Libero Consorzio Enna. Il nuovo Presidente

provincia enna siciliaTra pochi giorni, a meno che il Governatore non propenda per l’ennesima proroga, si dovrebbe votare per l’elezione del presidente del Libero Consorzio di Comuni (20 novembre). Già la frase mi pare tutta una farsa… l’elezione, ovviamente non siamo i cittadini ad andare a votare ma i rappresentanti dei cittadini nei Consigli Comunali, con un meccanismo che ha del perverso e che, comunque, finisce per complicare inutilmente la rappresentanza democratica.

Poi l’attributo “Libero”. Libero perché i comuni che vi concorrono sono stati liberi di consorziarsi? Ma per nulla, se così fosse non vi avremmo dentro Piazza Armerina, che ha votato liberamente per andare con altro consorzio e che si è deciso di violentare con l’annullamento del risultato della consultazione popolare e l’obbligato ritorno alla compagine ennese.

 

Una farsa già in partenza.

Poi lo stato del Libero Consorzio, chiunque si troverà a sedere sulla poltroncina di Palazzo del Governo, scoprirà subito che dei quattro piedi due sono rotti, uno è lineato e l’ultimo, da solo, non ce la fa a stare in equilibrio.

 

Le finanze dell’ente sono praticamente annullate dai prelievi forzosi operati dallo Stato che ha già destituito le province mentre la Regione, che affastella sui Liberi Consorzi, competenze su competenze, non ha alcuna intenzione di slacciare i cordoni della borsa, anch’essa vacante.

 

Dal giorno dell’insediamento, quindi, quel sindaco che dovesse ricevere la fiducia degli altri 19 si vedrebbe catapultato in una condizione di totale incertezza acuita dalle condizioni dell’organico della ex provincia. Tanto per fare un esempio ad oggi l’ente ha perso ben cinque dei sei dirigenti che aveva al momento del primo commissariamento. Sono andati in pensione tre dirigenti amministrativi e l’unico tecnico mentre il dirigente della ragioneria si è dimesso per l’evidente stato di sfacelo in cui doveva operare. In pensione è andata anche la Segretaria e Direttrice generale ed oggi è appena stato nominato un nuovo Segretario Generale.

 

Nel frattempo le scuole stanno già sperimentando cosa vuol dire essere in mano ad un ente che secondo lo Stato non esiste più, mentre le strade, già da tempo ben sconquassate, aspettano l’arrivo dell’incipiente stagione fredda per dimostrare a tutti la fragilità.

L’organico, poi, ha su di se un’altra ben più impattante scure, la totale incapacità del Governo siciliano di mettere mano alla stabilizzazione dei precari che sta mettendo a serio rischio la continuità lavorativa di ben 100 unità che oggi rappresentano il nerbo operativo di diversi uffici provinciali, senza loro, sia chiaro a tutti, quell’ente non avrebbe più speranza alcuna di riuscire a fare almeno l’ordinario.

 

Ora, presidente, chiunque Lei sarà, non Le possiamo che augurare di trovare il modo di traghettare l’ente verso porti sicuri il tutto senza tralasciare le sorti della cittadina che La votò come sindaco e che vedrebbe l’ufficio del suo primo cittadino vacante perché Ella preso da questioni inimmaginate ad ora.

 

Con questo augurio apro la ultima riflessione, chi dovrebbe essere il sindaco presidente? Nel PD, che vanta diversi sindaci eletti in liste civiche e poi colpiti da luce piddiina sulla via di Damasco, c’è chi parla della Drajà, chi della Greco chi, ancora, di Venezia. Tra gli indipendenti, ovviamente, gira il nome del big, Galvagno, che di conoscenza della macchina amministrativa provinciale ne avrebbe da vendere ma che, altrettanto ovviamente è inviso al PD ennese. Se l’elezione dovesse passare dalla logica del più tempo e più impegno, uno dei nomi potrebbe essere quello del sindaco di Nissoria, Glorioso, che, adesso, ha già sul groppone la questione SRR.

Paiono fuori gioco sia il Miroddi, che peraltro sarebbe carino vedere presidente di un consorzio dal quale la sua città voleva proprio andare via, e lo stesso Di Pietro che, invece, non pare proprio interessato ad impelagarsi in un’altra questione.

Faccio una notazione, se votasse la gente, oggi, ma proprio oggi, e dovesse scegliere un sindaco, sappiatelo, quel sindaco sarebbe il giovane Bevilacqua. Pensateci “grandi elettori”, magari vincete in lungimiranza e riacquistate l’affetto e la stima degli elettori veri, quelli “piccoli”.

                                                                                                                             Giuseppe Maria Amato