Altro tentativo di rapina, ma l’Ufficio postale di Calascibetta rimane senza video sorveglianza

poste-calascibettaCalascibetta. Il tentativo di rapina avvenuto lunedì scorso, intorno alle 14, nell’Ufficio postale di Calascibetta riporta in auge il problema sicurezza. Oltre a trovarsi in Via Giudea, zona periferica del paese, l’Ufficio è privo di un impianto esterno di video sorveglianza. L’occhio elettronico manca anche all’interno della zona clienti. La querelle fu affrontata lo scorso anno quando si verificò un altro tentativo di rapina. É trascorso un lungo periodo ma nessun intervento, che possa risultare da deterrente, è stato attuato dalla direzione regionale delle Poste. Nelle ore serali, oltretutto, la zona è poca illuminata e i clienti che usufruiscono dell’erogatore automatico, per prelevare i soldi, si sentono a rischio. Insomma, nonostante una serie di problematiche, tra queste la posizione decentrata dell’Ufficio, i vertici isolani delle Poste sembrano quasi ostinarsi nell’attuare un progetto per l’installazione delle telecamere esterne e interne, utili sicuramente a garantire più sicurezza sia ai cittadini sia ai dipendenti (in questi giorni però è capitato di sentire che, per alcuni noti dirigenti isolani, Poste Italiane sottoscrive contratti di lavoro il cui costo raggiunge anche i 200 mila euro l’anno). Il comandante dei Carabinieri, Gaetano Silvano, ha più volte ribadito alla direttrice dell’Ufficio postale di Calascibetta che le telecamere servono da deterrente. E in assenza dell’occhio elettronico, sia all’apertura sia all’ora di chiusura dell’Ufficio, una pattuglia dell’Arma locale svolge lavoro di controllo e prevenzione. Come a dire che i Carabinieri si sostituiscono al servizio di vigilanza. L’altro ieri invece, i tre malviventi che hanno agito a volto coperto, cercando di forzare la porta principale dell’Ufficio, sono fuggiti perché, a quanto sembra, avrebbero sentito la telefonata di una dipendente la quale in modo concitato avvertiva le forze dell’ordine che in atto c’era un tentativo di rapina.

Francesco Librizzi