Moschea Valguarnera. Governo mette paletti al costituendo progetto: “King Salman Cultural Islamic Arabic Center”

moschea ennaValguarnera. Sull’”affaire” moschea e investimenti arabi nei tre centri di Piazza Armerina, Valguarnera e Aidone, il sindaco di Valguarnera Francesca Draià, dopo reiterate richieste, ha fornito in questi giorni al comitato per il “no” un documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, inviato il 14 luglio scorso, che fa, forse, definitivamente piena luce sul caso. Documento che non era stato consegnato in precedenza al comitato. Il Governo Centrale, da quel che si evince, ha messo infatti, dei paletti al costituendo progetto: “King Salman Cultural Islamic Arabic Center”. Progetto che dovrebbe essere portato a compimento, attraverso la costituzione di una fondazione finanziata interamente dall’Arabia Saudita con la somma di 30 milioni di euro e che prevede, tra l’altro, anche la costruzione di un campus universitario e di una moschea destinata a diventare, in ordine di grandezza, la 2^ in Italia dopo quella di Roma. “Dalla comunicazione pervenuta dal Ministero Degli Interni- scrive la Presidenza del Consiglio dipartimento affari regionali – si evince che in data 8 maggio 2016, i sindaci dei Comuni interessati e la Soprintendenza della Provincia di Enna, hanno sottoscritto un accordo di intesa con gli arabi per la realizzazione di un centro, senza la prescritta autorizzazione governativa, rammentando che ai sensi della normativa vigente, le attività all’estero poste in essere dagli Enti locali, devono essere comunicate al Dipartimento, al Ministero degli Affari Esteri e alla Regione, con congruo anticipo e comunque 30 giorni prima della data prevista, per l’attuazione delle suddette iniziative. Ciò al fine di consentire la dovuta istruttoria ai Ministeri competenti e le conseguenze determinazioni”. La Presidenza del Consiglio ribadisce quindi a chiare lettere, che gli Enti locali non possono firmare “accordi internazionali” senza la prescritta autorizzazione governativa, autorizzazione che dovrà prima passare al vaglio dei Ministeri degli Esteri e dell’Interno. Il sindaco Draià nella lettera di riscontro risponde che non si tratta di un accordo, ma di una mera “dichiarazione d’intenti”, senza alcuna valenza di ordine internazionale e di carattere vincolante per l’Ente. Però il documento firmato l’8 maggio dai tre sindaci Enzo Lacchiana (Aidone) Filippo Miroddi (Piazza Armerina) Francesca Draià (Valguarnera), con un alto esponente del Governo Saudita, parla esplicitamente, di “accordo d’intesa”. Il dipartimento affari regionali, rende ancora tutto più esplicito, attraverso una circolare del 27 novembre 2015, affermando: che “gli Enti territoriali hanno anche l’obbligo di comunicare in via preventiva tutte le bozze, gli atti che si intendono sottoscrivere e tutte le iniziative nei confronti di omologhe istituzioni di Paesi Esteri, evidenziando che Enti sub-regionali che hanno formalizzato più volte atti di varia specie, hanno travalicato più volte il mero rilievo internazionale o addirittura, hanno visto come controparte estera, organismi la cui legittimità internazionale non è riconosciuta, ponendosi quindi in assoluto contrasto con la politica del governo. “In tale prospettiva le proposte di atti che si intendono sottoscrivere – ammonisce il Dipartimento – potranno essere non assentite ove ricorrano ragioni generali di opportunità politica internazionale”. Ed in questo caso la circolare ministeriale è molto chiara in materia, in quanto sulla politica attuale del governo Saudita sarebbero in tanti oggi a disquisire. Sull’argomento è intervenuta pure la Corte Costituzionale con sentenza n. 179/87 ripresa da un decreto del Presidente della Repubblica del 31 marzo 94, in ordine al “mero rilievo internazionale”.

Rino Caltagirone

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