Rifiuti. Prosegue la protesta dei lavoratori; Glorioso propone ammortizzatori sociali

Prosegue la protesta dei dipendenti dell’Ato rifiuti per il mancato pagamento degli stipendi. Ieri hanno incontrato il commissario Sonia Alfano che li ha ascoltati spiegando il lavoro da lei fatto in questi mesi di suo commissariamento, quali risultati raggiunti e quali invece non è stato possibile ottenere. La Alfano ha quindi incontrato le organizzazioni sindacali per cercare un punto di incontro ma la richiesta di pagamento immediato di sei mensilità non è stata possibile accoglierla perchè, ha detto Sonia Alfano, non ci sono le condizioni dal momento che i conti della società sono continuamente aggrediti dai pignoramenti oltre che a secco per i mancati versamenti da parte dei comuni.
La protesta dei lavoratori, che sta avendo un massiccio riscontro in termini di partecipazione, continuerà nei prossimi giorni e con le organizzazioni sindacali si sta adesso valutando se ribaltare la problematica a livello regionale con un coinvolgimento del presidente della Regione dal momento che, hanno detto ieri i lavoratori, «registriamo il silenzio e l’assenza dei sindaci, della Srr e del collegio di liquidazione». Un’azione sarà comunque fatta entro il 31 gennaio quando scadrà l’ultima ordinanza sui rifiuti emanata da Crocetta. Sulla vicenda interviene intanto il presidente della Srr Armando Glorioso che nel “liberare” la struttura da responsabilità ribaltandole sull’Ato ed esprimendo la sua solidarietà ai lavoratori dice: «Comprendo che le parole servono a poco in situazioni del genere ma ciò nonostante sento il dovere di manifestare il mio sforzo e di collaborare alla soluzione del problema, una risoluzione che è comunque nelle mani del commissario Alfano e di Crocetta». Glorioso dice di essere al lavoro per una soluzione nell’immediato «che potrebbe consistere nell’adozione di misure tipo ammortizzatori sociali che potrebbero riguardare una parte del personale e di conseguenza gli attuali flussi potrebbero servire al resto». L’idea sarebbe una cassaintegrazione e con i risparmi riavviare diversi impianti che garantirebbero una ripresa totale delle attività lavorative. Ma a proposito di accordi c’è da sottolineare che i lavoratori già in passato si dissero disponibili, e fu sottoscritto, ad un decurtamento dello stipendio ma l’accordo non è mai stato applicato.

Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia