Fillea Cgil Enna: dal 2010 persi in edilizia circa 2000 posti di lavoro

La Fillea Cgil di Enna esprime forte preoccupazione per il perdurare dello stato di crisi in cui versa l’edilizia in provincia di Enna ma in tutta la Sicilia.
“Dai dati rilevati in cassa edile – dichiara il segretario Generale della Fillea Cgil di Enna Alfredo Schilirò – si evince che dal 2010 ad oggi si sono persi in edilizia circa 2000 posti di lavoro, quindi si è persa ricchezza per le famiglie del territorio ennese.
Negli ultimi anni – aggiunge Schilirò – abbiamo registrato una cospicua flessione delle ore lavorate in edilizia: si è passati dai 2.981.843 ore lavorate nel 2008 a 1.112.586 ore lavorate nel 2016 quindi si stima che la media per ogni lavoratore di ore lavorate nel 2008 era di 703 ore ai 533 ore di oggi.
All’assenza di investimenti pubblici si aggiunge l’azzeramento del mercato privato non residenziale e la riduzione di ben oltre il 50% di quello abitativo, questi ultimi dovuti sia alla crisi economica che attraversa tutti i settori produttivi ma soprattutto all’assenza di credito a medio termine alle famiglie che si è ridotto del 50% solo nell’ultimo anno.
A nostro parere – dichiara il segretario Generale della Fillea Cgil di Enna Alfredo Schilirò – per invertire la tendenza prima che sia troppo tardi, occorre aviare una serie di manovre che possano dare una boccata d’ossigeno al mondo dell’edilizia.
Innanzitutto – a nostro parere – aggiunge Schilirò – occorre stipulare una serie di convenzioni tra gli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri e gli Enti locali quali Enti Committenti , al fine di preparare nel più breve tempo possibile i progetti relativi ai Patti per il Sud. Difatti in provincia di Enna, nel “Patto per lo Sviluppo della Sicilia”, sono previste diverse opere ma molte di queste non hanno dei progetti esecutivi per mancanza di risorse o per mancanza dei tecnici che possano materialmente redarre i progetti medesimi.
Altra manovra per invertire la tendenza, deve essere svolta dai Comuni in modo che prevedano nel proprio Piano Regolatore Generale delle clausole in cui si velocizzi l’iter per la ristrutturazione dei centri storici e infine occorre che il Governo Nazionale investa nella infrastrutturazione del territorio.
Le Istituzioni Pubbliche devono investire risorse per la messa in sicurezza dei centri storici, delle scuole e la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. La Protezione Civile ha stimato che l’ammontare dei danni provocati dall’ultimo terremoto del centro Italia è di 10 miliardi di Euro. Somme che potevano essere impiegate per la prevenzione e per la messa in sicurezza del territorio e quindi per il lavoro nel mondo dell’edilizia”.