Enna: da dieci anni non viene approvato un bilancio dell’Ato nell’indifferenza generale

Antonio Di Mauro

Enna. Una semplice presa d’atto di fronte all’evidenza di una società che va ormai verso il fallimento. L’ha accertato l’assemblea dei sindaci (non tutti presenti) convocata alla presenza del liquidatore Antonino Di Mauro per discutere di quello che potrebbe essere l’ultimo atto della società d’ambito. La tensione era però alta e riassumibile tutta nello scatto di ira, stress, tensione e nervosismo di un dipendente andato in escandescenza nei confronti di chi doveva discutere della loro condizione.
All’ordine del giorno c’era la prospettiva del fallimento che l’assemblea non ha però ratificato consapevole che comunque lo farà il commissario ad acta che verrà nominato dal Tar per riscuotere i debiti nei confronti dei creditori, un’azione praticamente impossibile visto che la mole di debiti è tale da non far vedere nessun’altra via rispetto a quella del fallimento. Se quella di ieri sarà stata un’azione pilatesca (e non sarebbe la prima volta per i sindaci e la struttura dell’Ato) lo si vedrà presto. Il liquidatore Di Mauro ieri ha portato a conoscenza dei sindaci la prospettiva del fallimento e allo stesso tempo ha avanzato una serie di proposte (tra cui quella di un concordato con il Tribunale) bocciate dalla maggioranza dei sindaci perchè semplicemente bollate come un voler prendere tempo in attesa di una morte ormai certa. Si è infatti preso atto dell’ineluttabilità del fallimento – che per altro esiste da tempo – e l’incontro si è chiuso con la consapevolezza di tutti i presenti che la storia di “EnnaEuno” è finita e prolungarne l’agonia non farebbe altro che aumentare i debiti.
L’assemblea si è quindi riaggiornata al 31 marzo, quando probabilmente il commissario prefettizio avrà certificato il fallimento (dalla sua nomina avrà 90 giorni di tempo), con l’impegno dei sindaci ad iniziare un lavoro che garantisca il servizio e i lavoratori che sono in una situazione difficile e che più di tutti stanno pagando un decennio di pessima gestione e su questo è bene che la politica di oggi e di ieri inizi a riflettere seriamente sugli errori fatti a cominciare dai sindaci che si sono susseguiti negli anni per finire a tutti quei consigli comunali che pur di sbandierare ai cittadini la loro volontà di far pagare tariffe ridotte hanno approvato dei Piani economici che non sono riusciti a coprire il costo del servizio creando un disavanzo di cui circolano indiscrezioni (160 milioni?) ma non è stato certificato perchè da dieci anni non viene approvato un bilancio dell’Ato nell’indifferenza generale. Ed è da qui che si dovrebbe iniziare a lavorare per capirne cause e colpevoli.

William Savoca per La Sicilia