Condanna a 6 anni e 3 mesi di reclusione per l’ex direttore delle poste di Valguarnera

Condanna a 6 anni e 3 mesi di reclusione per l’ex direttore delle poste di Valguarnera Salvatore Sammarco. A pronunciare la sentenza il giudice del tribunale di Enna Vittorio La Placa. Per l’ex dirigente di poste italiane alla sbarra per una maxi truffa da 2 milioni di euro ai danni di ignari clienti è stata disposta anche l’interruzione perpetua dai pubblici ufficio. Sammarco difeso dall’avvocato Antonio Impellizzeri che ha chiesto ed ottenuto la celebrazione con rito abbreviato,è stato anche condannato a pagare un risarcimento, da quantificare in sede civile, nei confronti di Poste Italiane. La sentenza, le cui motivazioni saranno depositate fra 90 giorni, esclude il risarcimento di un’associazione costituita parte civile durante il giudizio. Per Salvatore Sammarco l’accusa sostenuta in aula dal sostituito procuratore Francesco Lo Gerfo aveva chiesto 6 anni e 4 mesi. Il giudice La Placa nel pronunciare la sentenza di condanna ha dichiarato prescritte alcune imputazioni. Per quattro anni, per la tesi sostenuta dall’accusa, Sammarco avrebbe truffato ignari clienti delle poste di Valguarnera con investimenti finanziari risultati poi inesistenti.Per le indagini condotte dai carabinieri di Valguarnera della sezione di Pg della Procura, l’ex direttore Sammarco si sarebbe appropriato di somme affidategli da clienti, che ignari, avrebbero firmato documenti con cui in realtà il denaro transitava su un conto a lui intestato,fruttando oltre 2 milioni di euro.Difficile capire subito quanto accaduto per i clienti che in buona fede gli avevano consegnato somme comprese tra i 5000 ed i 50 mila euro. L’ex direttore era stato da loro descritto come cordiale e disponibile, ed in alcuni casi avrebbe corrisposto gli interessi direttamente a casa. Per una mera casualità uno dei risparmiatori ha raccontato ad un parente residente nel nord Italia del vantaggioso investimento suggerendogli di sottoscriverlo. Proprio la richiesta di potere sottoscrivere lo stesso programma di risparmio ha fatto scoprire che in realtà non esisteva. L’ex direttore e’ finito ai domiciliari nel febbraio del 2015 quando la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa, provvedimento poi sostituito ad aprile dello stesso anno dal Gip del tribunale di Enna con l’obbligo di firma dai carabinieri del luogo in cui si trovava accogliendo la richiesta del difensore. L’ex direttore aveva reso un’ampia confessione e si era dimesso dall’incarico senza mai fare cenno a dove siano finite le somme frutto del raggiro scoperto casualmente.

Tiziana Tavella per La Sicilia