Troina, la mancanza di lavoro è la causa principale dell’emigrazione giovanile verso i paesi del Nord Europa

Fare del giornalismo d’inchiesta è molto faticoso, ma molto gratificante. Devi contattare persone che non conosci, fargli delle domande, aspettare che ti diano le risposte, scrivere il pezzo con scrupolo per riportare il pensiero di altri, sia pure nelle forme sintetiche che un articolo di giornale, non un saggio, richiede. Devi mettere nel conto che quello che scrivi non piacerà a tutti e aspettarti delle reazioni non pertinenti. Per scrivere quest’articolo sui giovani troinesi emigrati all’estero ne ho contattati 6. Sono tantissimi i giovani troinesi emigrati all’estero per motivi di lavoro. Non potevo contattarli tutti. E ancora di più sono i giovani troinesi che, per gli stessi motivo, sono andati nelle città del Nord Italia. Sono grato a quei 6 giovani troinesi emigrati all’estero che mi hanno aiutato a scrivere il pezzo. Riflettendo su quello che mi hanno detto, mi sono fatto un idea su di loro. Sono contento di averli conosciuti. Alessandro, Amanda, Ambra, Eugenio Fabio e Federico sono delle persone che ammiro e stimo e alle quali auguro un gran bene e tramite loro a tutti i giovani troinesi emigrati all’estero o in altre città italiane per motivi di lavoro. Voglio infine manifestare il mio cordoglio alle famiglie dei 19 giovani, di cui non si conoscono ancora i nomi, che hanno perso la vita nella terribile esplosione al concerto della pop star americana Ariana Grande al Manchester Arena di ieri sera. Questa notizia che ho appreso mentre scrivo queste righe, mi addolora molto. Chiedo scusa ai miei lettori per aver indugiato su questa premessa, ma sentivo di doverla fare prima di tentare di trovare risposte a questa domanda: perché molti giovani troinesi, pure amandolo, decidono di andare via dal loro paese, che non riesce a trattenerli? Di sicuro il motivo principale che spinge molti giovani a lasciare Troina è la disoccupazione giovanile, che c’è sempre stata, ma negli ultimi anni ha raggiunto dimensioni allarmanti. Ma dove vanno i giovani a cercare lavoro e fortuna? Le loro mete sono i paesi del Nord Europa. Il Regno Unito e la Francia sono le mete preferite di questo flusso migratorio giovanile, che sta impoverendo il paese di quelle di figure professionali ed energie intellettuali indispensabili per avviare processi di sviluppo economico di qualunque tipo. Vanno via sia le figure professionali innovative sia quelle tradizionali. Alessandro Bottitta (22 anni), che da circa un anno è in Scozia a Edimburgo, dove, nel quartiere Morningside, lavora come parrucchiere per uomo, ci ha detto: “Ho deciso di lasciare la mia terra per un’esperienza personale e anche per via della crisi che si sta vivendo in Italia”. Ad Edimburgo ci sono altri ragazzi troinesi che ci lavorano. “Io ne conosco cinque: Elvio Urso, Valeria Calabrese, Morena Gagliano, Angelo Costantino e Piersalvo Trovato”, ci ha detto Alessandro. Nei cantieri navali STX di Saint Nazaire in Francia (Dipartimento della Loira Atlantica) ci lavora Federico Zitelli (24 anni): “Sono fabbro e nei cantieri navali di Saint Nazaire metto in posa i telai in ferro che vengono rivestiti in legno”. Federico ci ha spiegato il motivo per cui se n’è andato a lavorare in Francia: “Sono andato via da Troina per costruirmi un futuro perché a Troina purtroppo non c’è lavoro e se lo trovi vieni sottopagato e non hai contratto”. Federico ci ha detto che a Saint Nazaire conosce altri tre troinesi che sono lì per lavoro. Eugenio Miraglia (41 anni), prima di andarsene a Eleu-Dit-Leauwett a lavorare come autista di autobus, ne ha fatto di tentativi per restare, se non a Troina, almeno in Italia: “Ho iniziato a lavorare nel 1990 dopo le scuole medie, prima come falegname e poi muratore, mescolando lavoro in regola con lavoro in nero”. Nel 2000 se ne va Rimini dove ha lavorato in una piccola impresa edile. “Nel 2007 sono ritorno a Troina arrangiandomi come ho potuto”, ci ha raccontato Eugenio. Dal 2008 al 2011 ha alternato periodi di lavoro all’Oasi come muratore a periodi di disoccupazione con un po’ di lavori in nero. Ha provato a cercare di nuovo lavoro al Nord, ma non ne ha trovato. Decise allora di prendere la patente di autista di autobus e ha trovato un po’ di lavoro stagionale. Meglio di niente, ma come si fa a restare a Troina con così poco? La decisione di andare in Francia è maturata in un tour con delle persone che abitano in Francia. “Un anno e mezzo fa, durante l’inverno ho deciso di partire per la Francia a cecare fortuna ed ho trovato lavoro come autista e sono molto contento”, ci ha detto Eugenio. I giovani vanno via da Troina, ma questo non vuol dire che non vogliano bene al loro paese. Lo si capisce dalle parole di Fabio Trovato Monastra (26 anni), che da due anni lavora in un ospedale di Londra come infermiere: “Io amo Troina, e amo con tutto me stesso la Sicilia, è solo che in questo momento non la vedo come il posto in cui possa realizzarmi”. Laureatosi in scienze infermieristiche con il massimo dei voti e la lode alla Sapienza di Roma, Fabio ha mandato centinaia di curriculum, ma si è visto preferire a giovani con voti di laurea più bassi del suo e con molte conoscenze. “Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ho deciso di andarmene a Londra dove, grazie a un progetto di mobilità internazionale organizzato da Eures e da Youth First Eures Job, da due anni mezzo lavoro come infermiere, una professione che in Inghilterra è tenuta in considerazione”, ci ha detto Fabio. Non si decide a cuore leggere di andare via dal proprio paese. “Di certo lasciare la mia famiglia e l’amata Sicilia non è stato semplice, ma oggi posso dire di essere felice della scelta che ho fatto. Qui ho trovato la meritocrazia e la possibilità di crescere che cercavo”, mi ha detto Amanda Castello (28 anni), che da 4 anni vive ad Oxford dove ha acquisito l’abilitazione all’insegnamento di lingua inglese. Ad Oxford c’è anche sua sorella Ambra (24 anni), giovane stilista di talento, e il suo fidanzato Salvo Lo Cascio (28) di Troina, che lavora come infermiere in un ospedale. Ad Oxford Ambra frequenta un corso d’inglese e sta cercando un lavoro. Si trova bene nella cittadina inglese, ma non ha ancora deciso se restarci per qualche tempo o rimanerci definitivamente. Nel corso di inglese che frequenta, Ambra ha conosciuto altri ragazzi italiani delle regioni del Nord Italia. Come la pensano questi ragazzi? “Anche se vengono dal Nord, noto che il pensiero per il loro futuro non cambia, ovvero quello di rimanere o ritornare, dopo aver completato gli studi in Italia, per cercare lavoro qui. Purtroppo per noi giovani la nostra bella Italia per ora non ci permette di realizzare i nostri sogni nel paese in cui siamo nati e cresciuti”, mi ha detto Ambra. Quando si vive in un altro paese, viene spontaneo confrontarlo con il proprio paese d’origine. E dal confronto il nostro paese non ne esce bene. E non è piacevole constatarlo. E Ambra ne trae delle struggenti conclusioni: “Vedere un paese ben organizzato che è pronto ad offrirti la possibilità di fare veramente quello che vuoi e rendersi conto che non è il tuo, questo devo dire che fa male e ti lascia l’amaro in bocca”.

Silvano Privitera