Rifiuti e acqua: che pace, che tranquillità!

Da quando siamo entrati in campagna elettorale una grande pace, un grande vogliamoci bene è sceso, come per incanto, su tutta la provincia di Enna. Sui rifiuti è un susseguirsi di promesse di sistemazioni tra due/tre mesi al massimo senza base normativa, ma secondo la legge illegittima della libera repubblica di Enna. Sui problemi vi è una convergenza assoluta, tutti sono d’accordo, ma intanto la spazzatura spesso non viene raccolta facendo bella mostra lungo le strade periferiche, con grande gaudio di topi, cani e gatti. I costi sono aumentati del 30/40% l’anno ma le bollette d’acconto non mostrano tale aumento, anzi sembrano che siano diminuite, a fine anno nessuno andrà a fare la sommatoria di quanto versato, dalla quale emergerà che c’è stato per l’anno 2017 un aumento medio intorno a 60/70 euro. Ben poca cosa per la popolazione ennese che risulta tra le più ricche dell’isola o forse dell’Italia, la cosa più simpatica è che queste somme non serviranno per migliorare il servizio, giunto ormai al top, bensì per costituire e remunerare quei consigli di amministrazione degli ARO dove inserire amici che non dovranno avere competenze particolari se non garantire consensi per la politica impegnata ad ottobre nelle consultazioni regionali. Ma per attuare questo programma non bisogna creare scalpore e ricordare quali uomini, quali forze politiche hanno creato la cattiva gestione dei rifiuti nell’ex provincia di Enna, qualche mente sottile, si è spinto nell’ipotizzare che il guaio è stato determinato da chi ha sempre invocato legalità e trasparenza. Giustamente, in una realtà fatta tutta di illegittimità, le responsabilità risiedono in chi chiede il rispetto delle leggi e della sua applicazione trasparente. Sull’acqua il gestore del servizio ha ripreso slancio nell’azione vessatoria verso gli utenti che detraggono le partite pregresse, nell’assordante se non complice silenzio di chi è preposto al controllo del suo operato. Certo le cose non sono migliorate con depuratori non sempre funzionanti al 100% ,ma con costi che si debbono pagare a scapito magari delle sentenze costituzionali, perché il gestore deve fare cassa. Certo su questo settore, fortunatamente, alcuni sindaci hanno preso le difese dei cittadini nella loro battaglia su un balzello dichiarato illegittimo, cioè le partite pregresse, come da sentenze dei giudici di pace. Ma anche su questo versante silenzio non bisogna ricordare ai cittadini che vi sono stati sindaci che, facendo il gioco di Acquaenna, hanno votato contro la sospensiva delle partite pregresse volute dalla maggioranza dei loro colleghi, perché si ripresentano al giudizio dei loro concittadini il prossimo 11 giugno, vedi a Regalbuto-Nissoria-Villarosa-Sperlinga. Allora, ecco che il silenzio è divenuto assoluto, non bisogna creare trambusto che possa spingere gli elettori, padroni ed arbitri, a riflettere su chi e su coloro che hanno portato la provincia di Enna a dover subire in questi settori strategici della vita sociale, queste condizioni da provincia sottosviluppata. Speriamo che il silenzio, che non è il silenzio dei cimiteri, possa far riflettere i cittadini delle quattro realtà chiamate al voto e possa esserci una reale presa di coscienza sui potentati politici-economici che ci hanno portato ad essere la provincia che siamo.

Pippo Bruno delegato provinciale Assoconsumatori – Asso-Consum