Agira: la questione migranti doveva essere gestita diversamente

Agira. Comunicato stampa. Inutile piangere sul latte versato o far finta di provare stupore e meraviglia per una vicenda dall’epilogo già scritto. A fine gennaio il comune di Agira insieme agli altri comuni della provincia di Enna ha partecipato ad una riunione in cui la Prefettura ha messo i comuni difronte a due scelte: o accogliere i migranti volontariamente, aderendo al progetto Sprar, oppure vedersi imposto un numero di migranti dall’alto senza possibilità di replica a partire dal mese di giugno tramite le cooperative private. Quindi per i comuni accogliere i migranti non è una scelta, ma un obbligo. Secondo voi cari concittadini, la lungimirante amministrazione Greco, meravigliata dall’arrivo dei migranti avrebbe potuto evitare questo caos? Il terzo principio della dinamica dice che ad ogni azione corrisponde una reazione opposta e contraria. Il comune di Agira non ha voluto aderire allo Sprar ed i migranti sono arrivati comunque. Come? Con le cooperative private. Vediamo di spiegare brevemente ai cittadini i vantaggi che Agira avrebbe potuto avere aderendo alla rete Sprar. Intanto il progetto Sprar è una rete di seconda accoglienza, quindi non è finalizzato all’accoglienza immediata di persone che arrivano sul territorio, in altre parole è destinato ad accogliere soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale es i rifugiati. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Interno tramite un Fondo Nazionale(FNPSA), prevede assistenza sanitaria, sociale, legale, multiculturale, linguistica, professionale per i rifugiati accolti. Inoltre con lo Sprar si regolarizza il numero di presenza nei paesi grazie alla Clausola di Salvaguardia che prevede 2,5 migranti ogni mille abitanti, quindi un numero ragionevole, controllato e contingentato. Le linee guida dello Sprar impongono un controllo della spesa, con un rigido sistema di rendicontazione. In altre parole con lo Sprar non c’è spazio per chi vuole speculare sull’emergenza. Agira purtroppo non aderendo a tale rete subisce passivamente le decisioni prese dall’alto senza coordinazione e concertazione e senza possibilità di replica. Quindi a nulla sono valsi i tentativi del Comune di dimostrare che le case date in affitto alle cooperative fossero non abitabili o presentassero delle irregolarità tecniche, comunque i migranti sono rimasti, anzi il fenomeno crescerà esponenzialmente fino a che ci saranno persone che daranno la propri disponibilità ad accogliere nei propri immobili. Ma allora su chi ricade la colpa? Sui privati, sulle cooperative o sul Comune che aveva avuto per primo la possibilità di gestire la cosa in modo controllato? A voi cittadini la risposta… Una cosa è certa che con l’accoglienza privata nessuno ha voce in capitolo sulla gestione di questi migranti che ricordiamo sono “Esseri Umani”, ma purtroppo non conoscono la lingua, non possono essere controllati, guidati e tenuti impegnati in piccole attività che gioverebbero al Comune come sarebbe avvenuto diversamente con lo Sprar. In questo modo invece vivono parcheggiati sine die in un posto, sono lasciati soli, senza uno scopo, senza una finalità a piccolo, medio o lungo termine. Anzi è grave che ad Agira si vedano migranti gestiti dalle cooperative, dormire sulle panchine di una villa pubblica (potremmo capire se non avessero un letto), fare bisogni a cielo aperto ( potremmo capire se non avessero un bagno) e cosa grave aggirarsi per le strade al buio( in prossimità dello svincolo autostradale) diventando non solo un pericolo pubblico, ma rischiando di essere investititi dall’ignaro automobilista che se li ritrova davanti all’improvviso. Quindi il comunicato da un lato vuole essere un rimprovero al Sindaco ed alla sua amministrazione per aver sottovalutato la cosa, dall’altro un richiamo alle cooperative che profumatamente prendono soldi non per lasciare incustoditi e senza controllo i migranti, ma per gestirli in modo decoroso. Ci sembra corretto che i cittadini sappiano che questo gruppo aveva proposto a tutti i consiglieri di creare una delegazione composta da Sindaco, consiglieri e rappresentanti dei cittadini per andare a parlare con il Prefetto e vedere di trovare tutti insieme una soluzione mirata a regolamentare il fenomeno. Ovviamente la nostra proposta non è stata neanche presa in considerazione. Con rammarico e grande delusione non ci resta che lasciare ai “lungimiranti” la soluzione di un problema peraltro creato solo dal modo superficiale e pessimo di governare!
I consiglieri
Cristina Valenti
Franco Marchese
Filippo Lo Faro