Aidone – Maria SS. delle Grazie: il dipinto su pietra risale probabilmente al ‘600

Aidone – Maria SS. delle Grazie: il dipinto su pietra risale probabilmente al ‘600 – L’eremita, il mulattiere e l’immagine della Madonna

Il 2 luglio ad Aidone si è celebrata la festa della compatrona Maria SS. delle Grazie. Il quadro della Madonna delle Grazie, raffigurata con il Bambino lattante, dipinta su lastra di pietra, probabilmente dal pittore monrealese Pietro Novelli tra il 16718 e il 1623, con una intelaiatura a sbalzo attribuita al Correnti, si conserva e si venera nella chiesa omonima.
Anticamente, durante la processione per le vie del paese, la pregevolissima immagine veniva preceduta da contadini in sacco bianco e scalzi, seguiti da «lombardi e saraceni» che cavalcavano con «dignità».
La leggenda narra che la Madonna fu portata nel 1618 da un certo Diego Parrinello nel sito ove venne poi eretta la chiesa che tutt’oggi la accoglie.
Secondo lo storico Giuseppe Pitrè, il mulattiere Parrinello «portavasi verso il mare che a tramontana bagna l’isola e, attraversando i boschi delle Madonie, s’imbatte in un vecchio eremita, il quale, dietro indicatagli la via che aveva smarrita, si fece promettere che, ritornando, sarebbe ripassato per portare in Aidone quell’immaggine che diceva dover essere la fortuna del paese». Il Parrinello promise all’eremita di ritornare, nonostante pensasse a non mantenere la promessa, per non sottoporre la sua mula al pesante carico di quella pittura in pietra. Infatti al ritorno cercò di battere un altro sentiero ma, attraversando quella catena di montagne poco abitate, smarrì la via e, «quando disperato non sapeva dove rivolgere i suoi passi, si trovò dinanzi lo stesso eremita che, sorridendo, lo rimproverava della sua slealtà e portandogli l’immagine ripeteva: Va, porta al tuo paese questo tesoro».
Dopo alcuni mesi il Parrinello nello svuotare il basto, invece di paglia, vi trovò del denaro. Immediatamente ricordò le parole dell’eremita e quindi si recò dal parroco a denunciare quanto accadutogli.

La popolazione aidonese, venuta a conoscenza del fatto, dopo aver cercato e trovato il dipinto, eresse una piccola cappella e, in seguito, la chiesa che tuttora esiste.

Nino Costanzo