Rosalinda Campanile (PD): ad Enna si è chiusa una fase e se ne apre un’altra: Consigliere Giuseppe Savoca (PD): comun denominatore, il bene della collettività

“Ad Enna si è chiusa una fase e se ne apre un’altra”. Questa la considerazione di Rosalinda Campanile, consigliere comunale del PD (e, che le malelingue -poi non tanto- dicono avere la tessera n.1/bis del PD ennese, dopo la n.1 dell’attuale primo cittadino).
“Due anni fa, dalle urne è venuto fuori una richiesta di cambiamento, dato netto e chiaro – continua la consigliera Campanile – infatti, non vinse Dipietro, ma perse colui che dopo decenni di lustro, alla fine, non ha saputo gestire il suo ‘fine vita politico’.
Dipietro fa pochi selfies e per scelta non presenzia i social, ma con enorme spirito di abnegazione, ha messo da parte professione e famiglia, dedicando dando ogni goccia di energia al percorso del cambiamento.
La riforma dei rifiuti non è stata una passeggiata, come non lo è stata l’impugnativa delle partite pregresse (dopo che il sindaco precedente aveva acconsentito che con la sua assenza fossero inserite).
Spingere in aula il PRG (rallentato da alcuni consiglieri del Pd che continuano a chiedere chiarimenti) non è una scelta di comodo, così come rompersi il capo per recuperare finanziamenti esterni, è stato molto più impegnativo che seguire fb.
Non sto ad elencare le cose fatte perché non è il momento adatto, evidenzio, solo, che da ventiquattro mesi chi tira le fila dei consiglieri comunali pd/ed, aspetta solo lo scadere del termine utile, per depositare la sfiducia spingendo i consiglieri e i simpatizzanti ad un suicidio, sia sul fronte locale (con una sfiducia che difficilmente passerà) che sul fronte pd (mantenendo un conflitto permanente con i vertici della segreteria).
Non ci sono ragioni ne politiche ne amministrative per sfiduciare Dipietro, il capogruppo Cappa parla da mesi, solo di cani per strada, erbe in città e di cimitero, argomenti su cui questa amministrazione ha fatto tantissimo di più della precedente.
Allora, partendo dal concetto che la sfiducia non ha una motivazione politica e andava fermata, noi ci siamo difesi con gli strumenti della politica (N.D.R.: VEDASI NUOVA AMMINISTRAZIONE), senza mai fare compromessi ne promesse di prebende!
Abbiamo ricostruito il rapporto con i nostri alleati, gli stessi con cui abbiamo vinto le elezioni.
Tutte strumentalizzazioni quelle di questi giorni, degli addetti alla politica, alla gente interessa rivedere le strade pulite, sapere che è stato tolto l’amianto dalle scuole, che con agenda urbana di spenderanno milioni di euro in città, non gli importa proprio se lo farà chi è iscritto al pd o al MSI.
Che Dipietro e Ferrari avessero, sul piano ideologico, idee diverse e che avrebbero votato diversamente alle prossime politiche, lo hanno sempre saputo tutti in città, eppure, ci hanno votati perché volevano cambiare l’agenda politica di questa città.
La politica ha bisogno di fiducia e di speranza! La politica di questi tempi ha distrutto entrambi i valori e noi vogliamo ripartire dalla fiducia, garantendo ai nostri cittadini, una buona amministrazione, trasparente, attenta, senza favori ne distrazioni, fatta anche di gesti piccoli e dovuti ma rivoluzionari, come quella della sostituzione temporanea (per ragioni di malattia) dell’ingegnere capo, per fare in modo che nulla si fermi in settori nevralgici dell’attività amministrativa.
La speranza, è il fronte più difficile su cui lavorare, è la speranza di frenare il fenomeno migratorio dei nostri figli, di potere fare diventare questo piccolo centro, di interesse regionale, tentando di sfruttarne la centralità e le tante potenzialità, tra cui quelle turistico culturali, su cui il sindaco sta giocando una grande scommessa, sotto il sorriso diffidente di chi da esperto della politica ritiene si tratti di tempo perso.
Consegnare, adesso, la nostra città ad un commissario nominato dal presidente Crocetta o dall’ass. Lantieri, come quelli che si sono succeduti alla provincia che l’hanno messa KO, era un’idea sbagliata per la nostra comunità e criminali sono coloro i quali l’hanno solo pensata.
L’abbiamo evitata, superando personalismi e veleni, con la promessa di lavorare sodo per ricostruire fiducia e speranza.
E non come il movimento 5 stelle che fa proclami ma non porta mai in aula, una proposta che sia seria e fattibile, che deposita ai gruppi una mozione di sfiducia perché vuole un amministrazione a 5 stelle, ma con chi, con quali alleanze, da soli non si governa, ci vuole stabilità per governare seriamente le città!
E non come questo residuale pd ennese a cui consiglio la lettura del pensiero di Pasolini, sull’educazione al valore della sconfitta! La gestione della sconfitta elettorale per questo gruppo ennese pd non è stata facile, anzi le è stata deleteria.
Dalle sconfitte dice Pasolini, si può ricominciare senza intaccare il valore e le dignità, senza diventare sgomitatori sociali, senza passare sui corpi degli altri per arrivare primi, senza diventare prevaricatori…
Come non impedire che il futuro fosse affidato nelle mani di gente oramai priva di qualunque senso della politica e del tutto isolata dai contesti politici complessivi.
Hanno tentato tagli fascisti dal tesseramento, battuti i pugni per un congresso che non si è fatto, messo in scena pure un referendum degli iscritti con risultato, sfiducia subito, ed ancora tengono nel cassetto la sfiducia.
Sul fronte politico, ci siamo difesi da tutta questa violenza e da tanto odio, che nulla ha a che fare con la politica, grazie ad un nuovo gruppo dirigente nazionale del pd, che avrà tanto ancora da imparare, ma conosce bene il valore delle persone, ha saputo tutelare la democrazia, arginare con forza le discriminazioni e soprattutto ha saputo guardare al futuro.
Sul piano amministrativo locale, avremmo tradito gli elettori, se non avessimo ricomposto l’alleanza con coloro i quali ci hanno fatto vincere le elezioni e con i quali sono certissima lavoreremo bene per la città, al di là dei veleni di cui a volte la politica ennese è capace.
Da tutto questo, sotto il profilo più squisitamente politico, nasce un percorso di rinascita vero e concreto del centro sinistra ennese, il nostro rinsaldamento del rapporto con Sicilia futura e l’allargamento all’ala Renziana del pd, con Colaleo e Savoca, lasciano sperare nel l’inizio di un percorso di rinascita del centro sinistra, democratico e costruttivo, capace di affrontare le prossime sfide elettorali, unito e compatto.
Siamo certi, inoltre, che superata questa fase di appuntamento obbligato al suicidio di massa, tanti consiglieri e amici del pd comprenderanno che la politica ha un senso solo se mira a costruire reti e se mira ad ampliare i margini del dibattito politico all’interno di contesti organizzati democraticamente e, quindi, in molti e si uniranno al percorso virtuoso di ricomponimento del pd ennese che sia quanto più inclusivo possibile.
Le forze civiche rimaste in consiglio sono forze di notevole interesse sociale e professionale (Bruno, Cuci e Fussone) e continueranno ad essere l’occhio vigilie sulle svariate realtà sociali della nostra comunità!
Mi auguro che coloro i quali hanno messo in scena una mozione immotivata, adesso la portino in aula, perché la politica è una cosa seria. La discutano e la spieghino alla città, chiedendo un consiglio pubblico in piazza.
Noi abbiamo scelto di impedire la restaurazione dettata dallo spirito di vendetta, e lavoreremo sodo tutti insieme per riportare un clima di normalità alla politica cittadina, in cui si torni a discutere di temi di interesse cittadino e di rilevanza politica, sapendo che il futuro che ci attende è difficile perché difficile è ricreare quella fiducia e quella speranza svanita a ragione nei cittadini che tendono a rifugiarsi nell’antipolitica e nel sentimento di pessimismo disfattista e qualunquista.
Ma guai a non provarci e ad arrendersi, in fondo, la politica è passione e come tale richiede impegno, entusiasmo e sacrifici anche a costo di momenti di impopolarità”.

Anche il Consigliere comunale del PD, Giuseppe Savoca ha voluto dire la sua:

“Il quadro politico che si é venuto a delineare, é sicuramente da inquadrare in un ottica che trae spunto dalle grandi manovre che si stanno compiendo sia a livello regionale che nazionale. Non vorrei sicuramente dire che il Sindaco Dipietro sia un pioniere, ma di certo non si può sottovalutare il suo occhio lungo quando si parla di Politica con la P maiuscola. Il momento storico che stiamo vivendo, pone a serio rischio la gestione delle realtà locali, a tal punto che per trovare la quadra in un amministrazione come quella del Comune di Enna, si é dovuti ricorrere ad un unico comun denominatore, il bene della collettività. Gli uomini e le donne che oggi si trovano insieme alla guida di questa città, non devono di certo dare spiegazioni politiche a nessuno, e tanto meno a quegli attori che negli ultimi anni hanno lustrato scranni e poltrone di questa Cittadina, magari rispettando la bandiera, ma un po meno la Città. I problemi che vengono sistematicamente ed opportunamente utilizzati per denigrare l’operato di chi amministra sono sempre gli stessi, randagismo, verde incolto e spazzatura. Argomenti che per chi é del luogo, ed attento alla politica, hanno da sempre fatto breccia nelle coscienze comuni, ma che allo stesso modo non può sfuggire il basso e mediocre artificio simil politico, che ormai non funziona più. Oggi si ha la presunzione Politica di dire, che si può dare seguito ad un’attività amministrativa che solo oggi inizia a dare i primi frutti, e che nel prossimo futuro pone come suo obbiettivo, il rilancio di questa bella Città. Rilancio che dovrà passare da una serie d’interventi mirati al decoro monumentale e del patrimonio, viabilità, cultura, turismo e sicurezza del territorio. Temi che sono nell’agenda del primo cittadino, e condivisi in pieno dalla nuova giunta comunale e dai Consiglieri che condividono questo percorso. Non si può dimenticare però, che a fronte di questi buoni propositi, ancora oggi c’è chi parla di mozione di sfiducia, atto politico che che assume sempre più le sembianze di una scure pronta a colpire quando ne nasce la necessità. Certo oggi in considerazione del fatto che potrebbe avere solo un significato simbolico, ma non Politico, determinato dal dato numerico, anche questo flagello sembra aver perso consistenza e quindi importanza”.