Le trazzere regie in provincia di Enna


E’ pressoché sconosciuta la storia delle trazzere: ciò che resta del ricco patrimonio viario del passato. La provincia di Enna, in particolare, custodisce un importante patrimonio storico legato a queste antiche strade dell’interno. Nel diciassettesimo secolo, lungo queste vie, avveniva il trasporto dei cereali e prodotti agricoli.
Erano ampie strade, in massima parte sterrate, che attraversavano i territori dell’interno per favorire la trasmigrazione delle greggi dalle zone interne alla marina di inverno e dal mare alle zone montuose e collinari d’estate.
La trazzera era “ordinaria” oppure “regia”; quest’ultima più importante e curata dal governo, era larga diciotto “canne”, cioè trentasei metri, e delimitata dai “pilieri” che servivano a dirimere le contese che sorgevano tra i pastori e i coltivatori delle terre.
Infatti, poiché i coltivatori spesso usurpavano parte della superficie della trazzera mettendola a coltura e le greggi passando rovinavano i campi, i pastori portavano con loro una catena di ferro lunga nove “canne”, pari a diciotto metri chiamata “giustizia”, con la quale, facendo capo al “piliere”, raggiungevano con l’altra estremità il bordo legale della regia trazzera; cosicchè, se i danni erano stati provocati al di qua di quel punto, non dovevano nulla ai proprietari. In caso contrario, pagavano in natura, con formaggi, agnelli, ricotta, spesso di loro produzione.
Oggi le trazzere costituiscono la maggior parte del tracciato delle strade comunali, provinciali, statali. Ne esistono ancora tratti perfettamente conservati. E’ il caso della regia trazzera Piazza Armerina-Paternò, della regia trazzera di Dragofosso, della regia trazzera Aidone-Piazza Armerina, della regia trazzera Piazza Armerina-Catania e della regia trazzera Aidone-Valguarnera, in territorio di Aidone, che andrebbero tutelate perché rappresentano ciò che resta del ricco patrimonio del passato.
Solo percorrendo la strada del recupero dei luoghi storici, legati a una cultura in via di estinzione, proteggendo e restaurando, si possono aprire nuove vie a un turismo intelligente.
Questo ad Aidone andrebbe fatto al più presto per salvaguardare l’antica rete viaria legata alla presenza storica dei Borboni.

Nino Costanzo