Sole 24 Ore. Costi affitti: Enna tra le 33 province con canoni medi di locazione, e tra le ultime per depositi bancari

Si trovano agli antipodi le province italiane in cui le famiglie italiane che cercano un contratto d’affitto risparmiano di più. Infatti al comando ex aequo si piazzano Caltanissetta e Gorizia, entrambe attestate sul gradino più alto del podio grazie a canoni di locazione mensili medi pari a 340 euro. Al terzo posto si trova Avellino (350 euro). Ben più esosa la spesa da affrontare se si cerca un affitto a Milano, l’ultima in classifica: qui il canone schizza a 1.660 euro, una cifra quasi cinque volte superiore. I dati si ricavano dall’indicatore sui canoni di locazione, uno dei 42 parametri utilizzati dal Sole 24 Ore per realizzare l’indagine 2017 sulla Qualità della vita.
L’eccezione: bene il Sud
Un ambito, questo, che a differenza di altri dati statistici, non penalizza il Sud, anzi, in parte, lo premia. Infatti nella parte alta della graduatoria si collocano anche Carbonia Iglesias, Medio Campidano e Vibo Valentia, tutte al quarto posto con 360 euro; a seguire Ferrara e Oristano con 370 euro; Ascoli Piceno, Brindisi, Ogliastra e Rovigo con 380 euro; Frosinone e Lecce con 390. Quindi, quattro province della Sardegna, una della calabria e una della Puglia accanto a una provincia delle Marche, del Veneto e del Lazio.
Dopo questo drappello troviamo 33 province con canoni medi di locazione oscillanti tra 400 euro (è il caso di Catanzaro, Enna, Latina e Teramo) e 490 euro (Siracusa, Sondrio e Udine). In questa compagine si piazza anche la vincitrice dell’edizione 2017 della Qualità della vita, cioè Belluno, che è 32esima, a pari merito con Rieti, in cui per un canone di locazione medio si spendono 450 euro.
Penalizzato il Centro-nord
Il parametro dei canoni d’affitto, inserito nel macro-settore della Ricchezza e consumi, penalizza invece le grandi province del Centro-Nord, oltre a Napoli (102esima, assieme a Trento, con 1.060 euro) A parte gli 860 euro di Genova (94esima, ex aequo con Pisa), tutte le altre superano infatti i mille euro. E’ il caso di Torino (1.050 euro, al 100° posto, a pari merito con Monza-Brianza) e di Bologna (al 105° posto con 1.190 euro). E nelle ultime quattro posizioni si collocano, nell’ordine, Firenze (1.510 euro), Roma (1.540), Venezia (1.600) e Milano (1.660 euro).


Milano la capitale indiscussa dei risparmi delle famiglie. Nel 2016 ciascun abitante della provincia può infatti contare in banca su una “disponibilità” superiore ai 73mila euro tra conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito.
Per trovare la prima provincia del Sud bisogna scendere fino al 65° posto, dove si colloca Bari, che conta depositi bancari per abitante pari a 12.352. euro. E che in questa classifica Sud e Isole facciano registrare i risultati meno positivi lo dimostra il fatto che dal 78° al 110° si piazzano 30 province meridionali. Le uniche due eccezioni sono rappresentate da Rieti (82esima con 8.228 euro) e Frosinone (83esima con 8.174).
Al di sotto dei 10mila euro di depositi bancari per abitante si trovano ben 38 province, tra cui capoluoghi di regione come Napoli (al 73° posto con 9.961 euro, e primo territorio sotto questa soglia), Palermo (85° posto con 8.077 euro), e Potenza (88° posto con 7.684). Chiudono, infine, la graduatoria le province di Caserta, Isernia, Cosenza, Carbonia Iglesias, Enna, Reggio Calabria, Vibo Valentia e la maglia nera Crotone, tutte con depositi bancari sotto i 6mila euro per abitante.

di Marco Biscella per Sole 24 Ore