A beneficiare mafiosi di Pietraperzia, appalti a Fiera Milano: tre condanne e un patteggiamento

Milano – Si è chiuso con tre condanne e un patteggiamento l’ultima tranche del processo sulle presunte infiltrazioni mafiose tra i fornitori di Fiera Milano. L’imputato principale, Liborio Pace, è stato condannato complessivamente a 13 anni e 6 mesi per associazione a delinquere aggravata dalla finalità mafiosa: pena che comprende la condanna a 7 anni e 6 mesi incassata nel procedimento ordinario e quella di 6 anni relativa ad altre accuse giudicate con rito abbreviato. Secondo l’accusa formulata dal pm della Dda milanese Paolo Storari, Pace sarebbe stato il socio e braccio destro di Giuseppe Nastasi, personaggio ritenuto “intraneo all’entourage di Matteo Messina Denaro” e già condannato in abbreviato a 8 anni e 11 mesi per gli appalti ottenuti da Dominus Scarl, consorzio di cooperative che, nel giro di un triennio, avrebbe ottenuto da Nolostand, società interamente controllata da Fiera Milano, appalti del valore complessivo di 18 milioni di euro per l’allestimento di alcuni stand fieristici e di alcuni padiglioni Expo. Soldi che, attraverso un sistema di false fatture e fondi neri, sarebbero stati riciclati all’estero e poi in parte trasferiti in Sicilia a beneficio della cosche mafiose di Pietraperzia, nell’Ennese. Uno scandalo che, oltre al commissarimento di Fiera Milano e della controllata Nolostand, nel gennaio scorso aveva portato anche alle dimissioni in massa dell’intero consiglio di amministrazione del gruppo di Piazza Carlo Magno. Insieme a Pace, sono stati condannati anche il presunto riciclatore del denaro sporco, Alessandro Moccia (7 anni e 11 mesi) e l’amministratore di una delle cooperative coinvolte, Alessandro Moccia (2 anni e 8 mesi). L’avvocato Danilo Tripo, ex presidente della Camera Penale di Caltanissetta, ha invece scelto la strada del patteggiamento della pena.

(askanews)