Nicosia: tra bianco e nero… sulle note del pianoforte

Il locale “Air 65” di Nicosia ha ospitato nella serata di ieri il quarto appuntamento di quello scrigno di emozioni e di buona musica che è la stagione concertistica “Pietro Vinci” allestito dalla omonima associazione musicale. E questo quarto appuntamento ha visto protagonista quello che forse può a pieno titolo considerarsi il “re” tra gli strumenti musicali: il pianoforte. “Tra bianco e nero… sulle note del pianoforte”, questo il titolo dato all’appuntamento, reca nella sue essenza un qualcosa che è inspiegabile se non si vive fisicamente.

Un pianoforte, uno solo, al centro della scena. E nulla più. Oggi siamo abituati a spettacoli con immensi effetti speciali e chissà quale macchinazione. E nonostante tutti questi fronzoli, questi spettacoli lasciano ben poco dentro noi. Anzi, ci lasciano quasi annoiati, troppo abituati all’inusuale ed alla macchinazione. E invece la semplicità di questo evento, con un pianoforte grazie al quale rivivono le melodie, anche le più difficili, le più sublimi (nel significato etimologico della parola), quelle che riescono a far toccare il cielo con un dito e ti fanno respirare la metafisica della musica, quella sì che riesce a permeare il nostro corpo e rimanere indelebile. E così la semplicità di un pianoforte, paradossalmente, riesce a creare nello spettatore quell’emozione che neanche la più difficile macchinazione potrà mai fare. Un prodigio. Di più… un miracolo. Un miracolo che solo la musica può fare. E bisogna essere grati a questa Associazione che a Nicosia ha permesso che si vivesse, di appuntamento in appuntamento, questo miracolo.
La serata è stata introdotta dal maestro Pino Lo Votrico che, con i suoi interventi, ha permesso ai vari presenti di addentrarsi più a fondo sulle note che avrebbero sentite. Note provenienti dal Notturno op 27 n.2 di Chopin o dalla “Suggestion Diabolique” di S. Prokof’ev, ambedue eseguiti da un ragazzo prodigio (questo termine sembra ormai inflazionato, ma in questo contesto ci sta tutto), Rosario Cammarata, che a soli 16 anni dimostra una destrezza nel muoversi “tra i bianchi e i neri” dei tasti del pianoforte da lasciare il pubblico a bocca aperta.

È seguito poi un duetto formato dalla maestra Enza Ferrara e dal maestro Salvatore Lo Votrico. È innegabile lo stupore che si vive ascoltando la coordinazione e l’affiatamento di questo duetto. Una coordinazione e un affiatamento che hanno dato vita a un brano di Mozart tratto dalla Sinfonia n.40 K550 “Allegro Molto”, alla 2° Rapsodia Ungherese di Liszt, al “Libertango” di Piazzola e infine a “La Danza” di Rossini. Alla luce di questo quarto appuntamento, forte è la tentazione di parafrasare quella celebre frasi “ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”. Ed è proprio vero. La difficoltà che si trova a riassumere in poche righe le emozioni e le sensazioni che ogni appuntamento di questa stagione concertistica è immensa. Emozioni e sensazioni forti. Belle. Immense. Emozioni che solo vivendo e assaporando questi appuntamenti si possono realmente comprendere.

Alain Calò