La storia di Alice Tudisco, affetta da tumore ovarico bilaterale, superato grazie alla sua determinazione

Alice Tudisco, 31 anni, infermiera pediatrica appassionata di circo, è riuscita a sconfiggere il tumore ovarico grazie alla sua determinazione e caparbietà. La sua storia, per una parte, è uguale a quella di tanti giovani che vanno via per lavoro. Nel 2102, vince un concorso come infermiera pediatrica. Il contratto lavorativo a tempo indeterminato, l’incontro con il circo, l’interesse sempre più crescente per il trapezio, le stoffe aeree, la convincono a mettere radici nella città della Mole, che Alice considera la sua seconda “culla” “visto che là – afferma Alice- sarei “rinata” dopo la malattia”. La vita di Alice cambia tre anni dopo, quando, a metà novembre, iniziano a manifestarsi i primi segnali. Si trovava ad Amsterdam, da amici. Racconta:”Cominciano i dolori, sopportabili ma inconsueti, che attribuivo alle tante verdure che mangiavo. Negli allenamenti di circo, evitavo determinati movimenti, ma la situazione non migliorava. Le fitte aumentavano, più acute, insopportabili”. Nel periodo natalizio, il ventre è disteso e gonfio. Sta male ma il suo pensiero è per i familiari, giù in Sicilia, ad Aidone: non vuole metterli in preoccupazione. Dato il periodo festivo, preferisce non creare disservizi al lavoro. Diverse volte accede al Pronto soccorso ma il suo problema viene sottovalutato. “Una volta mi dimisero senza diagnosi”- dichiara Alice-. Con il passare delle settimane la situazione peggiora:” All’inizio di gennaio, mangiavo pochissimo e trascinavo le gambe assumendo una posizione protratta in avanti a causa del dolore. L’ecografia, dopo un nuovo accesso al Pronto soccorso, dà però esito negativo. Eppure…”. E’ un medico che, dopo altri due Pronto soccorso, a mezzanotte, la ricovera per accertamenti più approfonditi. Finalmente, la diagnosi esatta:”tumore ovarico bilaterale”, con l’esigenza di intervento chirurgico d’urgenza e l’asportazione di entrambe le ovaie. Un intervento risolutivo per il tipo di tumore (borderline ndc) di cui è affetta Alice, che le comporta una serie di controlli periodici con esami del sangue e il trattamento della menopausa anticipata con terapia ormonale sostitutiva (TOS). Una delicata situazione affrontata con fermezza e coraggio. “Solo col tempo – racconta ancora Alice- ho riflettuto su cosa mi stesse accadendo; mi sembrava quasi di non esser io la persona dall’altra parte del letto. A 28 anni mi chiedevo perchè mi fossi ammalata di tumore così giovane, perchè proprio io, dove avevo sbagliato ed era difficile accettare l’improvvisa impossibilità di esser madre e la menopausa precoce, con quegli attacchi di calore che arrivano senza preavviso, ti svegliano di notte o ti imbarazzano in mezzo alla gente, con gli sbalzi di umore non sempre facili da controllare che solo dopo vari mesi, con la terapia sostitutiva, sono riuscita a controllare”. E poi quella cicatrice che ogni giorno mi ricordava tutto: da nascondere, da massaggiare ostinatamente quasi nel tentativo di cancellarla, da non toccare, come se quel taglio fosse diventato un muro tra me e tutti”. Alice sa che una mente positiva reagisce meglio alla malattia. La sua determinazione; la sua passione per il circo, il suo amore per i bambini di reparto le hanno dato la giusta grinta e il grande desiderio di lottare. Ricorda Alice: “La voglia di tornare sul trapezio e di tramutare tutto questo in un’esperienza di crescita e cambiamento personale, oltre che in una risorsa positiva per le altre donne, sono diventati obiettivi per rimettermi in piedi e lottare per vivere, perchè la tristezza lasciasse il posto ad una vita nuova e diversa, consapevole e positiva, perchè è necessario aggrapparsi a qualcosa quando sembra più facile abbandonarsi”. La passione di Alice per il circo, la dimostra anche nella fase più delicata della malattia ed è meravigliato il medico quando, subito dopo il risveglio dall’anestesia, gli chiede: “Quando potrò ritornare a fare trapezio?”.

“L’energia positiva che mi ha trasmesso il mondo del circo, assieme al tumore, mi hanno permesso di guardare la mia vita con occhi nuovi…ho deciso che dovevo “convivere” con la mia malattia, che ormai viveva con me, e che dovevo farlo nel modo migliore. Così è nata l’idea di costituire Acto nella regione in cui vivo, con la consapevolezza che conoscere questa patologia è l’unico mezzo ad oggi per contrastarla tramite diagnosi precoci e con la speranza di supportare le donne affette da tumore ovarico in tutto il percorso della malattia e nella ricerca di quel qualcosa che ti tiene in vita!”.

Angela Rita Palermo
per La Sicilia

In Italia, 49mila le donne che convivono con il tumore ovarico e 5200 le nuove diagnosi ogni anno mentre 3100 le donne che soccombono alla malattia; è il 6^ tumore più diagnosticato tra le donne, quello a peggior prognosi con una sopravvivenza a 5 anni che non supera il 40% per mancanza di strumenti di diagnosi precoce e della asintomaticità della malattia, che porta a diagnosi tardive (3° e 4° stadio). In più del 60% dei casi, diagnosticato tardivamente e possibilità di cura molto ridotte. Se in stadio iniziale la possibilità di sopravvivenza a 5 anni è del 75-95%. La percentuale scende al 25% per tumori diagnosticati in stadio molto avanzato. Acto onlus è la 1^ associazione pazienti nata nel 2010 in Italia, presente in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Lazio, Campania e Puglia. E’ tra i fondatori della Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico che si celebra l’8 maggio in tutto il mondo. Acto Piemonte, di cui Alice Tudisco è presidente, nasce con l’intento di far conoscere il tumore ovarico, supportare le donne con tale patologia e sostenere la ricerca scientifica.