Aidone. Solchi di’inchiostro, la terza raccolta di poesie di Filippo Minacapilli

Aidone. Al Circolo democratico “Cordova-Scovazzo” è stato presentato “Solchi d’inchiostro”, la terza raccolta di poesie di Filippo Minacapilli (ex docente di Filosofia, oggi prolifico autore di componimenti lirici) che, aggrappandosi alla poesia, ha confessato, con parole di Nazim Hikmet, “E quello che vorrei dirti di più bello, Non te l’ho ancora detto”. Sebbene si possano individuare dei temi specifici, le poesie che compongono “Solchi d’inchiostro” si compenetrano tra loro: l’espressione dell’amore e del desiderio sono una forma d’arte, lo sguardo rivolto all’amata si confonde con lo sguardo rivolto alla natura, l’amore e la nostalgia si ripartono tra la donna e la terra natia.
“I suoi versi nascono nel movimento della quotidianità, hanno tutta l’aria di essere appunti su una realtà che parla solo a chi sa ascoltare la sua voce più profonda”. Filippo Minacapilli scrive ovunque l’esistenza abbia qualcosa da suggerirgli. Pertanto “la spontaneità è un elemento imprescindibile dei suoi versi, caratterizzati da un lirismo semplice e immediato, il cui veicolo rimane, ancora oggi, nell’era del digitale, l’inchiostro”. Ed è proprio la poesia “La goccia d’inchiostro” che rende chiaro il titolo di questa raccolta, dove la scrittura assume una sua concretezza, un suo peso specifico, sempre diverso. Sappiamo tutti che la lingua che parliamo è, di solito, meno elaborata, a livello sintattico, di quella che scriviamo; essa può concedersi una minore elaborazione di se stessa perché il destinatario del messaggio è presente con le domande che pone, con le delucidazioni che richiede, con le interruzioni che produce, e soprattutto può servirsi dell’efficacissimo aiuto del linguaggio gestuale (le mani parlano, c’è la mimica del viso), e del tono della voce. La lingua scritta ha bisogno di essere attentamente controllata nella sua impalcatura sintattica. Il messaggio scritto arriva ad un destinatario lontano che molto spesso ne ignora il contesto; egli deve essere posto nelle condizioni migliori perché possa attendere alla decodificazione corretta del messaggio. Da qui la raccolta che deve essere vita e non soltanto preparazione alla vita, usando la lingua per comunicare situazioni diverse, argomenti diversi, con finalità diverse, decodificheranno i messaggi scritti e ci si accorge che la lingua è un fatto importante per gli individui di cui favorisce la socializzazione in modo determinante.
E allora, se quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto, poiché la poesia è il sentiero della bellezza, “Scopri l’amore e fallo conoscere al mondo”, diceva M. Gandhi.
Nino Costanzo