La Dea di Morgantina e gli altri tesori del museo archeologico di Aidone

L’essenza del mondo greco e della storia della cultura ellenistica nella Sicilia centrale è possibile coglierla visitando il museo archeologico di Aidone. Si trova nel cuore dell’Isola, nell’ennese. La ricchezza economica, sociale, culturale spiega il perché in questa realtà sia stata realizzata un’opera di grande valore quale la Dea di Morgantina (nella foto). La bellezza di raggiungere questi luoghi sta anche nel fascino della «lentezza». Giungere ad Aidone vuol dire in primis ammirare paesaggi mozzafiato.

Su gentile concessione di Salvo Fallica per il Corriere.it

L’essenza del mondo greco e della storia della cultura ellenistica nella Sicilia centrale è possibile coglierla visitando il museo archeologico di Aidone. Si trova nel cuore dell’Isola, nell’ennese, che era in epoca greco-romana un luogo strategico sul piano geo-politico, militare ed economico-sociale. Ed ancora, per scoprire appieno la bellezza straordinaria del patrimonio culturale contenuto nel museo di Aidone, bisogna comprendere quanto importante fosse Morgantina in epoca greca.

È dall’area archeologica di Morgantina che giungono i reperti archeologici che hanno reso il museo di Aidone noto a livello internazionale. Morgantina era un centro abitato già nell’epoca preistorica, non a caso nel museo di Aidone vi sono anche reperti della preistoria e della protostoria. Fu una importante città sicula, e toccò il suo apice nel periodo greco. Il nucleo cruciale del fascino culturale del patrimonio di Morgantina è profondamente legato e connesso alla cultura greca, la filosofia ed il modo di vivere dei greci hanno portato alla creazione di strutture architettoniche, di opere d’ arte e di artigianato, di gioielli, di manufatti, che hanno fatto assumere a questi luoghi un ruolo nella storia.

Luoghi che appaiono lontani dalla costa ionica, i siti dove i greci «occidentali» crearono alcune delle più importanti poleis del mondo antico. Anche Morgantina era una prestigiosa polis, perché era un punto di snodo fra la fertile valle del Simeto e la Sicilia degli interni, era un punto di connessione fra la parte orientale e quella occidentale, ed era anche un passaggio strategico fra il Sud ed il Nord dell’Isola. Dalla costa ionica non è semplice raggiungere il museo di Aidone e l’area archeologica di Morgantina, ma dopo l’ultimo Giro d’Italia sono più «vicine» a Catania, perché vi è stato un rifacimento ed un miglioramento di una parte delle strade che portano alla cittadina dove vi è il museo.

La bellezza di raggiungere questi luoghi sta anche nel fascino della «lentezza», se intendiamo visitare un sito per comprenderlo non occorre un treno super-veloce che non ti fa cogliere nulla dei paesaggi e del mondo circostante, occorre invece un cammino graduale che ti fa meditare sul significato profondo dei luoghi. Un viaggio è un modo per capire. Per comprendere acutamente una realtà occorre non solo un approccio descrittivo ma ermeneutico.

I paesaggi collinari sono il frutto della «lunga durata» per dirla con le categorie interpretative dello storico Braudel, è evidente che se non si coglie la geografia di un sito non si riesce a penetrarne appieno la storia. In questi luoghi, che non erano fertili come la valle del Simeto, Morgantina svettava perché era un punto di snodo e di transito, ed anche di controllo del territorio. Ed era il luogo di una civiltà avanzata frutto dell’incrocio fra siculi e greci. L’agorà di Morgantina non aveva solo valenza localistica ma era aperto al mondo esterno, i flussi commerciali che partivano dall’estremo Sud dell’Isola, dove vi erano poleis importanti come Gela e l’antica Camarina, passavano anche da qui.

La ricchezza economica, sociale, culturale spiega il perché in questa realtà sia stata realizzata un’opera di grande valore quale la Dea di Morgantina, giustamente riportata dal Getty Museum di Malibù ad Aidone, nel luogo dove è storicamente contestualizzata. È evidente che occorre migliorare le condizioni di raggiungibilità del museo di Aidone, ma non è depauperando un territorio che lo si fa crescere.

La Dea di Morgantina e non «Venere». Vi sono diverse tesi sul nome ma non è questo lo spazio per controversie di storia dell’arte. La Dea di Morgantina è la definizione che non cade nelle contraddizioni. Giungere ad Aidone, visitare il sito archeologico di Morgantina vuol dire in primis ammirare paesaggi mozzafiato.

E giunti al museo di Aidone, si può osservare non solo la sublime bellezza della Dea di Morgantina, ma rimanere incantati dinanzi all’originalità affascinante della testa di Ade, alla statua panneggiata dal color rosa, ad altre statue splendide, agli Acroliti delle Dee. E non è tutto. Vi è anche una miriade di reperti archeologici che mostrano la vita quotidiana dei greci di Morgantina. Dalla collezione di monete alla suggestiva collezione di gioielli di epoca ellenistica: collane, orecchini ed altri manufatti, che mostrano quanto dinamico, ricco e vitale fosse questo luogo. Ogni angolo del museo riserva una sorpresa.

Ed è suggestiva anche la visione del convento dei Cappuccini (che contiene il museo). Struttura che risale alle prime decadi del 1600 e che colpisce per lo splendore dell’interno della chiesa francescana divenuta auditorium del museo. Segno che la storia non si è fermata ai greci di Sicilia. Ed in questi luoghi sono state prodotte, anche molti secoli dopo, altre meraviglie architettoniche ed artistiche.