Maxi-sequestro della GdF a Milano: trovati 2 milioni in contanti ad amministratore di bar originario della provincia di Enna:

Mazzette di banconote di tutti i tagli, da 5 a 500 euro, per un totale di quasi un milione e mezzo di euro dentro sacchetti della spesa o in borsoni tipo quelli in vendita nei supermercati o all’Ikea oppure conservati in cartellette, in portadocumenti, in buste e bustine di tela ritrovati in un armadio o sotto il letto in un appartamento in piazza Duomo. E un altro mezzo milione in contanti sparso in cassette di sicurezza in alcune banche milanesi. È stato un sequestro di soldi ‘cash’ quasi da record quello effettuato dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Milano alla titolare di un bar-ristorante che si trova proprio sotto l’appartamento in cui è stato trovato il ‘tesoretto’ ora depositato su due libretti postali di deposito giudiziario. Sequestro avvenuto quasi per caso nel corso di una serie di perquisizioni disposte dai pm Giordano Baggio e Grazia Colacicco in una inchiesta per bancarotta, reati fiscali e riciclaggio e che nei giorni scorsi ha portato in cella l’amministratore di una società fallita nel 2016. L’indagine è stata avviata in seguito al fallimento, dichiarato dal Tribunale di Milano nel febbraio 2016, della Rico, società che aveva in pancia il Bar-Ba-Corso, locale in via Agnello, unico asset attivo poi ceduto, attraverso vari passaggi ad altre società. Operazioni che lo scorso giugno hanno portato agli arresti domiciliari per bancarotta e reati fiscali l’amministratore di fatto e di diritto della società, Michele Antonino Chiovetta, 62 anni, originario della provincia di Enna: come si evince dal provvedimento firmato dal gip Manuela Scudieri, con tali cessioni avrebbe dissipato un patrimonio di quasi 13 milioni di euro, di cui 4 e mezzo di debiti tributari. In seguito, gli accertamenti delle Fiamme fialle hanno portato a ritenere che parte del denaro dissipato avrebbe potuto essere stato ‘imboscato’ da altre persone per conto di Chiovetta e con cui avrebbe avuto rapporti di lavoro o interessi economici comuni. Così, qualche settimana fa, su disposizione dei pm Baggio e Colacicco, sono state effettuate una serie di perquisizioni tra cui a Maria Giuseppa Tocci, 52enne originaria del Potentino, e titolare del ‘Pina Restaurant Cafè’, locale affollato di turisti sotto le guglie del Duomo. Nell’appartamento sopra il bar nella disponibilità della donna la scoperta: le mazzette di banconote nemmeno nascoste ma custodite alla luce del sole in sacchetti borse, portadocumenti e buste e bustine sotto il letto o negli armadi o in qualche angolo per un totale di circa un milione e mezzo. Probabilmente, si ipotizza, il denaro era pronto per essere trasferito in alcune cassette di sicurezza intestate alla signora nelle quali la Gdf ha trovato altri 500mila euro sempre in contanti. Nei giorni scorsi, nei confronti di Giuseppina Tocci il giudice Scudieri ha firmato un provvedimento cautelare dell’obbligo di firma dai carabinieri per riciclaggio. Per Chiovetta invece si sono aperte le porte di San Vittore per un aggravamento della misura degli arresti domiciliari.