Enna, presentazione del libro di Francesco Paolo Fulco “Nòstos – il Ritorno”

Enna. Presentazione del libro di Francesco Paolo Fulco “Nòstos – il Ritorno” nella sede dell’associazione Mondoperaio con inizio alle ore 17,30 del giorno 22 ottobre 2018, a presentare la giornalista Pierelisa Rizzo.
Francesco Paolo Fulco nasce 62 anni in Belgio da una famiglia di origine Ennese costretta nel dopoguerra a emigrare per lavorare nelle miniere di carbone in Belgio. Sposato con due figli, attualmente lavora presso il Libero Consorzio Comunale ex Provincia Regionale di Enna.
Ha già pubblicato un manoscritto dal titolo “Nel Silenzio dei miei ricordi”.

SINOSSI del libro Nòstos
Nòstos racconta la storia di un uomo tormentato alla ricerca di sé stesso. Questo turbamento lo porta a intraprendere un viaggio verso la Sicilia alla scoperta dei luoghi della sua infanzia, delle sensazioni oramai sopite, del desiderio di percepire odori dimenticati, guardare il volto della gente e percepire il calore umano svanito da lungo tempo. E’ per le strade della sua città dei suoi avi: Enna, tra le borgate e le campagne che riscopre gli oggetti della sua infanzia che gli rievocano le stesse sensazioni di un tempo, che aveva dimenticato. In questo suo peregrinare incontra un vecchietto, un ex brigante, “fra Diavolo”, il quale inizia a raccontare la sua storia e quella dei suoi avi. In questo susseguirsi di racconti ripercorre vari periodi della storia dell’isola che vanno dalle Baronie, ai primi moti dell’insurrezione garibaldina, alla strage di Bronte nonché alla prima guerra mondiale fino a giungere a tempi nostri. Questa esperienza, maturata nel luogo delle sue origini, lo porterà a ritrovare se stesso e a riscoprire il vero fondamento della vita, “ritornare dalla sua donna”.

Prefazione di Maurizio Vetri
Cosa significa ritornare?
Ulisse ne fece lo scopo della sua vita attraversando i mari e le insidie della sua coscienza che si manifestava attraverso i miti e gli incubi della sua epoca.
Ulisse ritorna per affrontare un nuovo presente
Si ritorna dalle guerre, e si scopre che tutto è cambiato, spesso anche i sentimenti.
Si ritorna dai viaggi desiderati in terre lontane, e si apprezza un pò di più l’odore della propria casa.
Si ritorna dopo essere fuggiti da se stessi, per ritrovarsi e ritrovare nuovi motivi per continuare a condurre la propria vita.
Il viaggio intrapreso da Francesco Paolo Fulco non è soltanto un viaggio nello spazio, ma anche un viaggio nel tempo e i viaggi nel tempo impongono un confronto con la nostra storia intesa come storia del nostro paese, della nostra cultura, dei nostri antenati e di coloro che, con le loro azioni, la loro forza e le loro debolezze hanno determinato il nostro presente.
Il protagonista è figlio di emigranti, una tipica condizione dell’essere meridionali in un periodo storico che percorre tutto il novecento, dalle Americhe alle grandi fabbriche del nord Italia, senza soluzione di continuità, di generazione in generazione, milioni di vite che hanno sfidato la vita.
Partire per ricominciare.
Partire per avere la possibilità di ritornare.
Non solo.
Il viaggio del protagonista comincia il 21 Luglio 1975, da Torino verso Enna e da quel giorno comincia anche il suo viaggio interiore, per scoprire.
Scoprire per capire se stessi e il senso della vita.
Scoprire il senso della vite altrui, quando è possibile.
Francesco Paolo Fulco ci trasporta indietro nella storia descrivendo le vite degli altri in episodi storici fondamentali per la storia della nostra isola e per la comprensione del nostro essere “Siciliani”
Dagli anni 70 a Garibaldi, Mazzini, il brigantaggio, la borghesia siciliana, la miseria e la nobiltà dell’uomo, raccontati nei ricordi (viaggi indietro nel tempo) delle persone che il protagonista incontra e dai quali vuole assorbire tutto ciò che è possibile, per capire.
Capire il senso della propria vita.
Il ritorno così descritto diventa quasi un’azione di autoanalisi e identificazione, per quanto possibile, della propria identità umana, al di fuori di ogni possibile regola costituita e dove tutto può essere possibile, dove i paesaggi aridi, brulli e senza colori si trasformano in prati verdeggianti e vivi, come il freddo inverno si trasforma improvvisamente in una radiosa primavera.
Adesso possiamo ritornare.