Leonforte: spaccatura in casa Barbera?

Leonforte: spaccatura in casa Barbera?
Al paese accadono cose incomprensibili.
Un’ interpellanza sulla questione migranti (presto a Leonforte su disposizione non più procrastinabile della Prefettura) presentata dai consiglieri La Ferrara, Mangione e Tracarichi fa sospettare una spaccatura della maggioranza (forse più desiderosa di prendere le distanze da indigeste presenze che dai neri invasori). Non di spaccatura e neppure di incrinatura parlano in un comunicato congiunto FI e FdI, ma di semplice confusione e poca organizzazione dovuta anche a un’interruzione della diretta streaming del Consiglio Comunale in questione.
Aristotele lo diceva che la politica non è una scienza esatta, ma un insieme di cose che sono per lo più. “Il bello che questi africani c’è gente che li vuole” si legge su Facebook in un sillogismo che fa degli africani stupratori per genìa, ma non dei poliziotti “picchiatori” per vocazione, alludendo evidentemente ai fatti di San Lorenzo a Roma e ignorando volutamente la vicenda di Stefano Cucchi. E fra dichiarazioni, articoli a conferma e smentita, la confusione aumenta e il dubbio sulla tenuta di un gruppo poco coeso e per nulla omogeneo pure.
Il sindaco Barbera intanto annuncia la riapertura nel Ferro/Branciforti/Capra del reparto di Chirurgia e l’aumento dei posti per acuti del reparto di Medicina (da 4 a 12). Abbandonato il progetto PTE della campagna elettorale (“gli altri progetti erano cose da populisti” diceva l’allora candidato Barbera) l’oggi sindaco Barbera si dichiara “soddisfatto” e “rassicurato” per quanto ottenuto dall’Asp di Enna. L’ospedale F.B.C. manca di rianimazione, emoteca, strumenti per la diagnostica e la cura e di personale, ma ha di nuovo Chirurgia; necessaria al buon funzionamento del Pronto Soccorso, ma mancante di quanto serve per rendere essa stessa sicura a partire dagli anestesisti che sono part-time o anche a chiamata, con un costo eccessivo per la sanità.
Domandiamo: come ha potuto un P.S. mutilato della Chirurgia continuare a prestare servizio? Non avrebbe dovuto l’Asp di Enna decretarne la chiusura per salvaguardare la comunità?
Di gravi carenze e di pessimo funzionamento è stato accusato l’ F.B.C. nel processo “di morte per parto di Gabriella Gallo” cominciato nel 2011 e oggi giunto in Appello; condanna condivisa, e usata a giustificazione delle responsabilità del personale medico anche da quanti ora gioiscono per la “reconquista”. Di sanità “liquida” parlerebbe Baumann se conoscesse la situazione leonfortese o di sanità adattabile al mutar degli interessi personali.
Di incoerenza parliamo noi, chiedendo al soddisfatto sindaco (vedasi i proclami pubblicati dalla locale stampa buona solo al copia incolla, e non i grado di approfondire anche per manifesta incapacità): la funzionalità di una struttura, innegabilmente deficitaria e per ciò pericolosa, è relativa al desiderio di compiacere una comunità ostinatamente disinformata e anche per questo in balìa della malasanità?

Gabriella Grasso