Processo Montante: tra le parti civili Gaetano Rabbito e Antonino Grippaldi

Al palazzo di giustizia, nell’aula intitolata alla giudice Gilda Loforti, si sono presentati 21 candidati parte civile alla prima udienza preliminare del processo a carico di Antonello Montante e di altri 19 imputati, presunti complici, più e meno, dell’altrettanto presunto “Sistema Montante”, ovvero la rete di spionaggio e di favori incrociati che Montante avrebbe allestito per tutelare se stesso e altri che avrebbero condiviso gli stessi interessi. Adesso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale nisseno, David Salvucci, si è pronunciato nel merito delle richieste di costituzione come parte civile in giudizio da parte di coloro che si ritengono essere stati danneggiati da tale “Sistema Montante”. Il giudice Salvucci non ha ammesso la Regione Sicilia, e ciò per una causa formale, perché nell’atto di costituzione firmato dall’Avvocatura dello Stato non vi è la delibera dell’attuale governo regionale, che è giunta in ritardo. A nulla è valso che l’Avvocato dello Stato abbia spiegato che, pur in mancanza della delibera, la volontà del presidente Musumeci fosse di costituirsi parte civile. Tuttavia, si tratta del procedimento preliminare e, dunque, qualora si procederà a processo con il rinvio a giudizio, la Regione Sicilia potrà rimediare costituendosi parte civile alla prima udienza del processo. Ritardi a parte. Poi sono stati ammessi parte civile l’Ordine dei giornalisti di Sicilia presieduto da Giulio Francese, Comune e Camera di Commercio di Caltanissetta, i giornalisti Attilio Bolzoni, Marco Benanti e Giampiero Casagni, il magistrato ed ex assessore regionale Nicolò Marino, ed il testimone del processo Alfonso Cicero, che è anche parte offesa. E poi il vice questore Gioacchino Genchi, l’ex dirigente Asi Gaetano Rabbito, l’ex assessore Pasquale Tornatore, l’ex presidente di Confindustria Enna, Antonino Grippaldi. E poi l’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, secondo il quale lo scioglimento del Comune del paese di Sciascia è stato ordito da Montante e dai suoi amici, e l’imprenditore Pietro Di Vincenzo, già inquisito per mafia e poi assolto, che si ritiene vittima di un complotto giudiziario orchestrato da Montante. Sono state invece rigettate le richieste del pentito Dario Di Francesco, degli avvocati Salvatore Iacuzzo e Giancarlo Cipolla, dell’imprenditore Michele Tornatore, e del presidente dei Giovani Industriali Ivan Rando.