Leonforte: appello di un cittadino che si sente sconfitto ed impotente

Da quattro anni la mia famiglia vive una condizione di grande disagio: infiltrazioni importanti d’acqua allagano periodicamente la casa. Abbiamo chiesto aiuto all’amministrazione attuale e a quella precedente, abbiamo sperato in un intervento riparatore di ATO Enna, ma a oggi ancora tutto è immutato. Mia madre entra ed esce da casa passando, seguita da un figlio disabile, da un ponticello su un fossato. Diversi mesi fa, da quel ponticello passò pure il feretro di mio padre, che per anni aveva sofferto del morbo di Alzheimer. Abbiamo provato ad aprire un dialogo con lo Stato, ma la burocrazia fatta di responsabilità demandate ad altri, ci ha zittito. Io lavoro fuori dalla Sicilia ed ogni volta che mi trovo a ritornare a casa mia, mi sento sconfitto ed impotente. Perché oltre lo stretto lo Stato riesce a parlare ai suoi cittadini? E perché al di qua dello stretto è percepito come un nemico alleato di apparati autoreferenziali e inutili alla comunità?
Scrivo alla redazione perché la mia voce finora inascoltata possa essere “letta”. La casa in questione si trova sulla scalinata di via Mercede, bellissimo squarcio storico e paesaggistico che altrove costituirebbe una ricchezza mentre a Leonforte rappresenta solo un fastidio.


Lettera (firmata) alla redazione