Aidone: dopo la chiusura delle banche Montepaschi e Unicredit l’inizio della fine per l’Ufficio postale

Aidone. Allarme dopo la chiusura delle banche, Montepaschi di Siena e Unicredit (ex Banco di Sicilia) anche l’Ufficio postale di Aidone chiude per disposizione delle Poste italiane, poiché l’edificio è stato dichiarato inagibile, con gravi disservizi e disagi per i cittadini tutti e con ripercussioni negli Uffici postali dei paesi vicini (Piazza Armerina). E così la rabbia si sta estendendo a macchia d’olio per tutto il paese!
In effetti il tutto è stato provocato dalle recenti piogge alluvionali ma anche per la presenza di una ormaia, presente da qualche anno, limitrofa ed adiacente allo stesso edificio, che ha raccolto tutte le piogge torrenziali infiltrandosi sotto l’edificio e in particolare sul sottostante piano di calpestio del piano rialzato, rispetto allo slargo prospiciente. Senza dire che a suo tempo l’edificio tutto era stato costruito su un terreno di riporto e che le fondamenta erano state realizzate, verosimilmente, non tenendo conto dei dettami della tecnica moderna e senza che sia stato tenuto conto della situazione dei luoghi di qualche decennio precedente.
E quindi i dirigenti delle Poste italiane hanno tirato dal cilindro il classico coniglio: un container all’aperto con un solo impiegato allo sportello improvvisato.
La notizia del piano delle Poste, ha scatenato una viva protesta in tutto il paese. I disagi per i cittadini, infatti, sono enormi. Basti pensare a molti anziani, a persone diversamente abili, che sono costretti a fare lungo file indiane all’aperto e, alternativamente, a viaggiare per un servizio essenziale nei paesi viciniori. E allora vengono a mente i timori dei cittadini aidonesi da tempo preoccupati dalla prospettiva di assistere alla chiusura, dopo le banche, dell’Ufficio postale anche se, a suo tempo, Poste italiane hanno tenuto innanzi tutto rassicurare sul fatto che nessuno ufficio situato in comuni con meno di 5.000 abitanti verrà soppresso.
Un’assicurazione questa, ribadita d’altronde già qualche tempo fa di fronte a una Commissione parlamentare (!), con tanto dunque di investitura istituzionale e che ribadisce la capillarità della presenza territoriale di Poste italiane (?).
Assicurazione a parte, il cittadino con la chiusura dell’unico Ufficio postale ritiene che lo Stato abbandona il territorio. Lo Stato abbandona il territorio, abbandona i piccoli centri, abitati principalmente da persone anziane, che vedono nell’Ufficio poste, prima che una azienda, una istituzione o un pezzo di Stato sul territorio. Decidere di chiudere, o parzialmente chiudere a mò di provvisorietà, nonostante sia una azienda che negli anni ha avuto un certo utile e che nel proprio bilancio sociale parla tanto di attenzione alla collettività, ce ne vuole.
La Società evidentemente ritiene marginali, oltre che gli uffici per mancanza di personale, i residenti di Aidone che vivono nei territori interessati alla chiusura, facendo prevalere politiche aziendali orientate al bilancio piuttosto che ai servizi, contribuendo allo spopolamento dei piccoli centri.
Un centro cittadino, famoso per il centro medioevale, il museo archeologico, la città siculo-ellenizzata di Morgantina, con i suoi boschi, l’agricoltura, l’artigianato locale e il commercio, di cui si parla nelle rivisti di settore, dovrebbe essere incoraggiato dallo Stato e dalle Istituzionali locali e perseguire il percorso di sviluppo intrapreso, anziché abbandonarlo, marginalizzarlo e non considerarlo come realtà di eccellenza. Un centro di eccellenza che di eccellenti dovrebbe avere anche i servizi, ed invece vede sopprimere gli stessi con una decisione unilaterale di Poste italiane senza nulla poter eccepire. Il tutto avviene con la complicità delle Istituzioni oggi sorde rispetto ai problemi della piccola comunità aidonese.

Nino Costanzo