Leonforte: va in pensione il primario di medicina generale del Ferro/Branciforti/Capra

Dal primo gennaio 2019 il dottore Mario La Porta, primario di medicina generale al Ferro/Branciforti/Capra, è in pensione. Il nosocomio, nella nuova rete ospedaliera siciliana, ha perso l’unità complessa di medicina generale ed ha acquisito l’unità complessa di recupero e riabilitazione funzionale. Dopo anni di onorato servizio il dottore La Porta lascia l’azienda ospedaliera che l’ ha visto assistere per quasi 40anni i malati dell’ennese. Il tempo non ammette soste, ma un medico non va mai in pensione “duttù na parola” usa dire da noi per iniziare una conversazione medico conviviale che va dalla tosse all’amarezza per il figlio emigrato. “Dottore guarirò?” si domanda sperando sempre in un assenso. La condivisione del dolore avvicina gli animi sensibili e valorizza l’impegno dei medici coscienziosi, che hanno scelto di stare dalla parte del malato. La sanità nostrana vive un momento di grave disagio: carenze strutturali e di organico, volumi sproporzionati di ore lavorate in una stessa giornata, nepotismo, disinteresse e superficialità della gestione generale, cose tutte che hanno portato a una sfiducia crescente del malto nei confronti del dottore eppure un bravo dottore è chi sta dietro alla linea del fronte, chi combatte ogni giorno la paura della morte imparando che Dio è altrove e i parenti hanno grandi aspettative, sempre in mezzo alla malattia e al dolore. Un bravo dottore è un uomo che ha rispetto dell’altro e non brandisce il camice come un mantello regale. Fra i medici molti lo sono per titolo pochi per i fatti certi che il dottore La Porta è fra i secondi gli auguriamo un prosieguo sereno e al servizio del malato in fede al giuramento di Ippocrate che così recita: “ …in qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.
Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell’esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.
E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro”.

Gabriella Grasso